domenica 25 marzo 2012

Quando Scalfari difendeva l'Articolo 18.


"Non era una folla, non era un'indistinta marea, erano persone che pur nella loro diversità anagrafica e sociale avevano alcuni tratti comuni: la compostezza, la maturità degli atteggiamenti, la tranquilla ma ferma decisione di difendere una causa giusta, in nome proprio e in nome di tutto un paese: la causa della democrazia contro la violenza, della certezza dei diritti contro l'arbitrio, della libera eguaglianza contro il privilegio. Per questo non era una folla quella accorsa da tutta Italia alla chiamata del sindacato, ma un soggetto sociale e politico. 

 

Conta poco la gaffe del segretario della Cisl quando ha sentenziato: "È una manifestazione di parte". Poteva risparmiarsela Pezzotta questa invidiosa battuta poiché è stata la manifestazione di una parte del sindacato, di una parte dei lavoratori e della sinistra italiana, ma una parte rappresentativa anche di chi fisicamente non c'era ma era lì con la mente e con il cuore, anche i lavoratori della Cisl erano lì senza bisogno che ce li portasse per mano il loro segretario

 

 Di solito ci si commuove quando tante persone si riuniscono per sostenere tutte insieme una visione del bene comune. L'etica tocca le corde del cuore e il bene comune è un fatto etico molto prima che politico. E c'era, la si vedeva su quei volti di giovani e di anziani, una commozione diffusa."

 

Martedì intanto il presidente del Consiglio incontrerà di nuovo le parti sociali "per parlare di tutto" ribadendo però che sull'articolo 18 il governo non cederà di un millimetro. Come mai tanta rigidità? Dicono gli esperti: perché è diventata una questione simbolo, perché si deve pagare la cambiale alla Confindustria e questa è la prima rata, perché nel governo adesso volano i falchi.

Sarà certamente così, ma di ragione ce n'è anche un'altra assai più corposa: tutte le altre misure proposte dal professor Biagi e dagli altri consulenti del governo costano soldi, molti soldi. La sola decontribuzione costa 6 mila miliardi di euro; il salario sociale varrebbe a dir poco 40 mila miliardi di vecchie lire e così via. E chi glieli dà questi soldi al povero Tremonti che è anche in ritardo con la diminuzione delle tasse che stanno anzi addirittura aumentando? C'è una sola riforma (è vero governatore Fazio?) che non costa assolutamente niente ed è quella dell'articolo 18. Quella brucerà soltanto sulla pelle dei lavoratori colpiti. E in fondo in fondo di loro chi se ne frega?"


Eh, sì, gente: questo è proprio Eugenio Scalfari, dieci anni fa. Sì, lo stesso che ora dice "I simboli sono pericolosi, provocano guerre mondiali e genocidi."
Chissà cosa ne pensano, quelli che ora twittano e condividono entusiasti i suoi articoli, ove si usano gli stessi trucchi e artifici retorici dai quali lui metteva in guardia nel 2002: farla passare come la lotta minoritaria di un solo sindacato per la difesa dei suoi privilegi, farla passare come una battaglia di parte della sola CGIL, una guerra di retroguardia, di conservazione. Chissà cosa direbbero della critica verso la posizione irremovibile del governo di allora desideroso di bypassare le parti sociali, sull'allusione del favore a Confindustria, sul fatto che il riuscire a scardinare l'articolo 18 sia un trofeo da esibire e l'unico, vero simbolo.
Chissà che ne pensa lui stesso, ora.

lunedì 5 marzo 2012

Chi ha perso le primarie di Palermo



Ah, l'analisi del voto! Ah, il dibattito del giorno dopo! Nel Paese dove tutti si sentono allenatori della Nazionale o segretari del PD, vuoi che non parliamo delle primarie di Palermo? Sì, vuoi. Ma parliamone lo stesso.

Nel corso dell'impietoso spoglio, man mano che diventava sempre più dolorosamente chiaro che 67 palermitani di troppo avevano ritenuto una buona idea votare per Cetto La Qualunque piuttosto che per la moglie di Borsellino, su twitter tutti si spacciavano per geniali battutisti scrivendo tutti grossomodo la stessa identica battuta su Putin che vince le primarie di Palermo, sui voti degli italiani all'estero, il seggio della Florida (nota ar Popolo de Twitter: prima di lamentarvi di Crozza che vi frega le battute, riflettete se non sia più probabile che tali battute, semplicemente, erano così banali e scontate che potevano venire in mente a chiunque, senza bisogno di doverle cercare su Twitter o Spinoza).
Tra i soliti clichè, ovviamente, c'era anche il tiro al Bersani, inutile dirlo. Uuh, ma Bersani perde sempre le primarie! Uuh, ma Bersani porta sfiga pure ai gatti neri! Uuh, ma persino Putin perderebbe se lo sostenesse Bersani! E così via. Avete ragione, cari amici del "Ma quando mai Bersani ha vinto un'elezione?". Bersani è solo stato eletto a stragrande maggioranza dalla società civile alle Primarie Nazionali. E' solo il segretario di quello che al momento è il primo partito in Italia, che veleggia verso il 30% e oltre. Mi avete convinto, deve dimettersi.

Bersani sosteneva la Borsellino. Vendola sosteneva la Borsellino. Di Pietro sosteneva la Borsellino. Ne decuco, quindi, che anche Vendola e Di Pietro debbano dimettersi per il risultato?
Si cita sempre questa storia, che Vendola vincerà perchè batte sempre Bersani alle primarie. Cosa peraltro non vera: la maggior parte dei candidati ritenuti "vendoliani" con Vendola non han mai preso neanche un caffè, e tra l'altro sempre ieri Cialente è stato riconfermato alle primarie per il sindaco de L'Aquila. Eh, già, Cialente, il sindaco uscente (fa pure rima) sostenuto dal PD. Il Vecchio, il Palazzo, l'Apparato, la candidatura piombata da Roma, il tizio attaccato alla poltrona che non vuole lasciare spazio ad altri, il candidato di Bersani. Ecco, lui ha battuto "senza fatica" (cito i giornali) il candidato di SEL (di Vendola, quindi).
Buffo poi che gli haters del PD (quelli che bramano le primarie per danneggiarlo) non si rendano conto che il PD alle varie elezioni, amministrative e non, abbiano preso percentuali di quasi dieci volte superiori a quelle di SEL. Ma già, questo avviene solo nelle elezioni vere. Quelle che contano.

Ora, poniamo che abbia perso Bersani. Ma hanno perso pure Vendola e DiPietro, se è per questo. Quindi, chi ha vinto? Andiamo con ordine.
Se tutto il centrosinistra che conta ha perso, i casi sono tre: o ha vinto "un altro centrosinistra", o ha vinto "il nuovo anti-establishment", o ha vinto "il centrodestra". Quartum non datur.

I fautori dell'"altro centrosinistra" (e quale altro centrosinistra ci può essere? I veltronian-liberali di Renzi!) dicono che a perdere le primarie non è Bersani, ma "la foto di Vasto", ossia l'alleanza PD-SEL-IDV. Certo che questa società civile non sa proprio quel che vuole, se a ogni amministrativa cambia idea su quel che vuole. Insomma, solo ieri ha cambiato idea due volte, premiando e bocciando contemporaneamente i candidati di Bersani. A Genova e Milano la societàcccivile era ancora più a sinistra di Vasto (e decisamente lontana dalle idee politiche renziane), per dire. Non è che forse ogni amministrativa va valutata singolarmente per il messaggio locale e non nazionale? Ma no, figuriamoci!

Allora, chi ha vinto? Renzi? Direi di no: Faraone è arrivato terzo. Ha ottenuto un ottimo risultato, dite? Beh, sì: non era sostenuto da nessuno. Se non dai renziani. I renziani giocavano per vincere, poche palle: hanno pure mandato il renziano avanzo di Mediaset, Giorgio Gori, a fare da spin doctor per l'occhialuto rottamatore palermitano. E' inutile che ora facciano gli umili con la storia del "bravi lo stesso", "l'importante è partecipare", "siamo i vincitori morali": Renzi e i suoi si candidano ad essere la nuova classe dirigente del partito e del Paese. Il sindaco di Firenze è spacciato da alcuni come vincitore sicuro di ogni primaria, da quella per il Segretario del PD a quella per il candidato Presidente del Consiglio. Viene visto come il Nuovo che dovrebbe spazzar via la vecchia dirigenza e gli apparati, dovrebbe rottamarli tutti...e non solo non sa fiutare il nuovo, fissandosi sulla Borsellino senza minimamente immaginare l'affermazione del giovane Ferrandelli, ma arriva persino terzo, risultando ancor meno convincente e credibile della segreteria che tanto critica: Atene piange, ma Sparta non solo non ride, ma è pure più antipatica. Performance fiacca e loffia, che neanche le accuse di "finanziamenti scorretti alla campagna della Borsellino" son riuscite a far decollare. Un ennesimo bluff dei renziani, che d'altronde han ricevuto già troppi endorsement dannosi (da Adinolfi a Sofri all'Alicata).
Aggiungiamo che i rottamatori perdono doppiamente: vince infatti il candidato che sostiene l'alleanza con Raffaele Lombardo e il suo MPA. La stessa alleanza che Mila Spicola (agguerrita sostenitrice di Faraone e detrattrice della Borsellino fino ai limiti della diffamazione) ha sempre vantato di criticare in tempi non sospetti, prima di tutti. Ad essere bocciato non è solo il candidato Rottamatore, ma anche il suo programma.

Ha perso, infine, la candidata outsider di cui neanche mi ricordo il nome. A quanto pare usare come argomentazione politica il fatto di essere donna e il bullarsi di essere outsider non son cose che appassionano particolarmente il popolo delle primarie, nè risultano valide motivazioni per essere votati. Aggiungiamo l'endorsement a sorpresa della renziana (ma stavolta non faraoniana) Cristiana Alicata (il bacio della morte, insomma) e la sconfitta è totale.

Chi ha vinto le primarie, insomma? Dicono dalla regia che il vincitore si chiama Ferrandelli, tizio che nessuno conosce ma che tutti dicono essere "vicino alla gente" (per atto di fede, evidentemente). Sostenuto da una fronda dell'IdV e da alcune associazioni. Candidato, tra l'altro, di quella pessima fascio-demagoga di Sonia Alfano, e di alcuni membri del Movimento dei Forconi.
I gggiovani, la società civile (chissà perchè, tutti i candidati ritengono di essere i più rappresentativi della società civile, qualunque cosa questo termine significhi), il nuovonuovopiùnuovodirenzi, l'Antipolitica, chiamiamoli come ci pare. Mi divertono molto i giovani "più puri dei puri" che sostengono Ferrandelli, specie quando difendono le sue scelte politiche arrampicandosi sugli specchi. Quella che si vanta di essere l'antipolitica, quelli "contro la vecchia politica e contro i partiti", alla fine hanno scelto proprio il candidato più partitocratico di tutti, il più politicista, il più abile stratega maneggione, il più esperto delle manovrine di palazzo. Non disdegna di avere sostenitori che pagano sconosciuti per votare per lui (stando alle voci), pare non disdegnare neanche i voti falsi (numero di schede segnate superiore al numero di elettori che si son presentati al seggio, schede di colore diverso) e, dulcis in fundo, è a favore del sostegno al Governo Lombardo, sommo fautore delle Grandi Alleanze.

Come dite? Ma non era D'Alema, quello fissato con le grandi alleanze? Quindi ha vinto la linea di D'Alema (con la quale peraltro sono in disaccordo), giusto? Ma D'Alema non è l'eminenza grigia dietro Bersani? Quindi in realtà ha vinto Bersani, no? Ah, aspettate, state dicendo che D'Alema non è più favorevole alle grandi alleanze col centro perchè ha corretto la rotta, ascoltando la base e la società civile? Allora queste primarie dicono che la scelta vincente era proprio la sua idea iniziale, al contrario, e non quella suggerita da "base" e "fautori della società civile": col senno di poi forse le dovrebbe seguire di meno, le sirene della società civile? Ma tutti questi sono discorsi oziosi: servivano solo per farvi capire quali fesserie uscirebbero fuori dal dare una valenza nazionale alle primarie di Palermo.

Non mi soffermo neanche su quelli che dicono "non solo perde la foto di Vasto, ma con Ferrandelli vince il governo Monti", perchè non possiedo lauree in psichiatria e non posso far nulla coi casi disperati.

A quanto pare ha vinto Raffaele Lombardo. Di nuovo.
Chi ha perso davvero, insomma? Beh, per cominciare hanno perso -per l'ennesima volta- i fini politologi, i sondaggisti e gli editorialisti. Quelli che hanno sbagliato ogni previsione e analisi pre-voto e che ora, con somma arroganza e faccia tosta, sono pronti a spiegarci (e a spiegare al PD) perchè Bersani ha sbagliato. Il tutto, ripeto, quando non avevano minimamente previsto Ferrandelli e l'avevano totalmente sottovalutato quando non ignorato.

I prossimi giorni ci diranno chi o cosa è davvero Ferrandelli (che, pure, s'è rivelato più signore di molti capiscioni del PD, da Tonini a Gentiloni a Parisi a Letta). Oggi prevale la delusione e lo sconforto. Se fosse vera la metà delle cose che si dicono a riguardo, in qualche modo ha vinto comunque il centro-centrodestra. Sì, il centrodestra vince le primarie del centrosinistra. A perdere, quindi, sono anche i palermitani, perlomeno quelli del centrosinistra. E la colpa è anche di uno strumento che ha permesso che il LORO candidato fosse scelto anche e soprattutto coi voti degli ALTRI. Quando elettori del centrodestra e dell'MPA votano i candidati del centrosinistra, capisci che la sfida è un po' troppo aperta e le regole decisamente poco strette.

Avete capito, insomma, chi è lo sconfitto più importante di queste primarie?
Sì, le primarie stesse. E con loro, i sostenitori delle "primarie sempre e comunque".
Questa volta la corda s'è spezzata e lo strumento delle schizofreniche primarie del centrosinistra aperte a tutti ha mostrato la corda. Motivo in più per ribadire che il PD merita "miti fondativi" migliori delle primarie, e che, se proprio primarie devono esserci, il candidato del PD sia unico. Non tanto perchè rischia di vincere il candidato extra-PD (dato che il PD spesso vince), ma perchè con più PD in lotta fra loro, sembriamo dei tafazzisti bipolari.