mercoledì 31 agosto 2011

Grillo, Renzi e Bocca



Bentornati. Avete passato buone vacanze? No? Pazienza, io sì. Oggi abbiamo tre argomenti di cui parlare, quindi sbrighiamoci.

1) Vi ricordate dello scazzo tra Beppe Grillo e Tony Troja? No? Rileggetevi questo mio post.

In breve, Troja ha scritto un articolo dove prendeva in giro i grillini (e dove era linkata la "short version" del suo vecchio video satirico anti-grillo). Nel giro di quattro-ore-quattro,"Staffgrillo" (l'account ufficiale di Grillo su YT) ha fatto rimuovere il video. Per Troja è il primo caso di censura in assoluto: nè i piddini nè i pidiellini (entrambi bersagliati nei suoi video) s'erano mai permessi di censurarlo.
 La motivazione ufficiale per la rimozione, poi, è la "violazione del copyright".
Eppure proprio Grillo era il primo a lamentarsi del copyright, quando veniva usato come scusa per censurare i SUOI video: “La conoscenza deve andare libera. L’umanità va avanti quando la conoscenza è libera. I copyright, i diritti d’autore bloccano la ricerca, bloccano il progresso dell’umanità".
Due pesi e due misure, insomma. Ma ci siamo abituati.


2) Quando la Storia mi da ragione il mio ego si ingrossa sempre.
In questo caso mi riferisco alla corrispondenza d'amorosi (e politici) sensi tra Pippo Civati e Matteo Renzi.
Che, a quanto pare, è finita.
Basta dare una rapida occhiata a questo blog per notare come io abbia sempre detto che Civati sceglieva sempre pessimi cavalli su cui salire. E i fatti mi han dato ragione. Alla nuova Leopolda Renzi non ha neanche invitato Civati, che ha poi dichiarato: "Lo scorso anno, uno degli slogan della convention alla stazione Leopolda era ‘prima il popolo, poi il leader’: ecco, mi pare che adesso Matteo si stia occupando più del leader che del popolo. Ha nuovi compagni."
E anche: "Poche delle cose che Renzi ha detto in quest’ultimo anno: non ho capito la sua freddezza verso l’esito del referendum, nè la sua uscita sui cosiddetti Fantozzi della pubblica amministrazione, così come i suoi attacchi al sindacato ed il suo stare senza sè e senza ma con Marchionne. L’impressione è che Renzi si stia ricollocando da dove era partito, cioè in campo moderato."
 Che dire, musica per le mie orecchie. Meglio tardi che mai.
So che dire "io te l'avevo detto" è fastidioso, Pippo, ma...
Ah, piccola postilla: inutile che cerchiate, su Renzi.it ilPost.it non troverete traccia del "divorzio" tra Renzi e Civati. E dire che un tempo Luca Sofri pubblicava ogni starnuto del sindaco di Firenze...


3) L'affaire Penati. Il PD si è comportato più che bene, lasciando lavorare la magistratura. Anche Penati, che ha appena rinunciato alla prescrizione, si sta comportando benino. Aspettiamo i risultati delle indagini e vediamo. Ciò non toglie che ci sia un'offensiva pesante, da più fronti, nei confronti del PD. Si cerca di farla passare per una "Nuova Tangentopoli", per demolire il PD (attualmente al 28%) e soprattutto per colpire Bersani.
Anche Diego "Zoro" Bianchi ha notato gli eccessi di certa carta stampata. Scrive infatti su facebook: "Il livello di pag. 6 di oggi del Fatto, con il confronto Unità vs Fatto della foto di Penati che esce dalla sede Pd (sull'Unità la foto si ferma prima del simbolo, sul Fatto arriva fino al simbolo), è veramente bassissimo".

Ma non finisce qui: sullo stesso numero del Fatto c'è infatti un'intervista a Giorgio Bocca.
In risposta alle domande di Silvia Truzzi, equilibrate e per niente inquinate dalle opinioni personali della giornalista ("perchè la dirigenza PD è così miope secondo lei?"), il Bocca declama le sue verità: il PD è come il PSI di Craxi. E' un partito di ladri, rubano tutti e Bersani non solo deve fare un passo indietro, deve proprio buttarsi a mare. Non sto esagerando: dice proprio questo. Tra un insegnamento evangelico e l'altro ("Sono sempre più cattolico."), Bocca dice anche di aver taciuto finora "per paura delle querele di Bersani" (evidentemente pensa che scrivendo sul Fatto sia scudato dalle stesse).


 Giorgio Bocca.
Quello che nel 1940 aveva aderito al Manifesto della Razza (quello delle leggi razziali fasciste, sì, esatto). Quello che nel 1942 (a ben 22 anni) scriveva articoli razzistissimi e antisemiti sul giornale "La Provincia Granda", denunciando il complotto dei "Protocolli dei Savi di Sion" (i piani con cui "il popolo ebreo vuole giungere al dominio del mondo" -in realtà un falso storico) dicendo queste parole
: "L’odio di chi vede svelati i suoi piani è enorme, l’odio di chi vede rovinati i propri piani è tremendo. Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei? È certo una buona arma di propaganda presentare gli ebrei come un popolo di esseri ripugnanti o di avari strozzini, ma alle persone intelligenti è sufficiente presentarli come un popolo intelligente, astuto, tenace, deciso a giungere, con qualunque mezzo, al dominio del mondo.
Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù”. Insomma: la causa della guerra era la "congiura ebraica".

Giorgio Bocca, sì.
Quello che si spaccia per (e viene presentato spesso come) l'esemplare principe del Partigiano, e che invece è uno dei famosi (o famigerati) "Partigiani dell'8 settembre". Ossia quelli che solo dopo l'armistizio "passano dall'altra parte" (per convenienza). Facile essere partigiani quando il fascismo sta finendo e tutti gli si rivoltano, nevvero? Più difficile era farlo quando si era un gruppo clandestino sulle montagne.


Quello che ai tempi delle Brigate Rosse li definiva "compagni che sbagliano".[Edit: questa è da verificare.]


Quello che evocava "l'eruzione del Vesuvio" come soluzione ai problemi di Napoli.

Quello che -come anche Zoro ricorda- votò e scrisse a favore di Formentini (Leghista) come sindaco di Milano.

Quello che i primi tempi dell'ascesa della Lega la esaltava costantemente.

Quello che criticava (giustamente) Pansa per il suo revisionismo sui partigiani, ritenendolo "cerchiobottista": lo accusava infatti di accomunare Fascismo e Resistenza, omettendo di ricordare le correità del fascismo con il nazismo, descrivendo mali e beni di entrambi i fronti per arrivare a una assoluzione generale.
Eppure oggi fa lo stesso con PD e PdL: li accomuna entrambi, descrivendo mali e beni di entrambi per arrivare a un'assoluzione generale.


Quello che ora sputa in faccia a centinaia di migliaia di persone oneste.

Questo è Giorgio Bocca.

lunedì 1 agosto 2011

Di sinistra, no. Giornalista, neanche.



Vi ricordate di Ferruccio Sansa? Ne scrissi proprio l'altro giorno su questo blog.

Alle critiche rivoltegli dopo il suo articolo non ha risposto direttamente: ha preferito farsi difendere dell'avvocato d'ufficio, ligure anch'esso: tal Pierfranco Pellizzetti.
Biografia essenziale: ex membro del Partito Liberale Italiano, ex membro del Partito Repubblicano Italiano, ex piccolo imprenditore. Articolista per Micromega, entrò in polemica con l'UAAR per il suo articolo "Ateobus, la sagra delle sciocchezze".

L'imprenditore prestato al giornalismo scrive pertanto quest'articolo: "Sansa non è di sinistra, è giornalista".

Cominciamo proprio dal titolo: "non è di sinistra", e ok, c'ero arrivato da solo. Infatti è grillino (video).
Ma dato il suo clamoroso scivolone sulla panzana dei gattini bonsai in bottiglia, se permettete, avrei dei dubbi anche sul fatto che sia "giornalista".

Anche Pierfranco, come l'amico Ferruccio, decide di "fare outing" solo ora, rivelando anch'egli "intimidazioni" non meglio precisate. Un altro cuordileone che non cita nulla di concreto.
Ci rivela inoltre che Ferruccio Sansa, a volerlo definire politicamente, è al più un “cattolico democratico”. Brrrrr.

Segue poi una sua sapida classificazione dei giornalisti:

"D’altronde nell’informazione circolano tre tipi umani: “i giornalisti/giornalisti” (quelli al servizio della notizia e del lettore), “i giornalisti impiegati” (che timbrano il cartellino quotidiano come tante mezze maniche) e infine “i politicanti sotto mentite spoglie” (referenti privilegiati di una parte o di tutte le parti politiche. Riconoscibili per le interviste a comando, tipo quel vice di Repubblica che a Massimo D’Alema ne ha fatto svariate centinaia)."

 A quanto pare, per il Pellizzetti anche Massimo Giannini de La Repubblica è un dalemiano infiltrato.
Anzi, magari tutta Repubblica è dalemiana, pare di intuire. Pensa se non lo era.
Così facendo, però, Pellizzetti si rovina con le sue stesse mani e si rivela un ben misero avvocato difensore: a ben vedere, Sansa appartiene anch'egli all'ultima categoria dei "politicanti sotto mentite spoglie".
La descrizione coincide: "referenti privilegiati di una parte politica".
Beppe Grillo del resto disse di lui: "Finalmente abbiamo qualche giornalista che è con noi, un giornale che è con noi, e forse avremo qualche trasmissione, qualche radio...noi stiamo agendo come virus, e loro sono i primi ad essere stati contaminati!" (da 5:30 a 6:30, nel video).

Non manca, nell'articolo di Pellizzetti, anche l'ennesima citazione della parola feticcio, "Casta": temevo non l'avrebbe più utilizzata, ma non mi ha deluso.

Ed ecco infine la tesi di fondo finale:

"Restando in Liguria, sfido a trovare differenze rilevanti tra Claudio Burlando e il suo ipotetico antagonista, Claudio Scajola."


Sì, proprio Scajola, il ministro dell'interno ai tempi di Genova 2001 (do you know, Bolzaneto, Scuola Diaz, Carlo Giuliani?), quello che dava del "rompicoglioni" al defunto Marco Biagi, quello della "casa comprata a sua insaputa". Minchia, 'sto Burlando lo conosco poco (quando andavo alle medie la battuta più gettonata sull'allora ministro dei trasporti era "Qual è il gerundio di viaggiare? Burlando!"...sì, ho avuto numerosi traumi), ma a giudicare da quest'articolo dev'essere proprio un fetentone.

Insomma, torniamo al "son tutti uguali"? Pellizzetti taccia i critici del suo articolo di far parte -cito- della "canea burlandiana".

Ma forse, per capire meglio cosa c'è dietro a tutto ciò, bisognerebbe guardare il quadro generale.
Ferruccio Sansa è figlio di Adriano Sansa. Pretore e magistrato, Sansa Senior divenne Sindaco di Genova nel 1993.
A quanto pare, Burlando e i suoi "fecero fuori" Adriano Sansa, evitando di ricandidarlo e proponendo al suo posto un certo Pericu. Il figlio, evidentemente, è ancora un po' incavolato per la cosa.
Che la lotta tra i Sansa e i Burlando sia in realtà una lotta di famiglia?

Chissà. Resta il fatto che più voci insistenti, in rete e non, sostengono che Ferruccio Sansa sarà il candidato sindaco di Genova del MoVimento 5 Stelle nel 2012.
Che dietro queste "denunce" indignate si celi in realtà una campagna elettorale?
Sarebbe un'altra prova che è proprio Sansa ad appartenere alla categoria dei "finti giornalisti - politicanti sotto mentite spoglie" che Pellizzetti tanto stigmatizza...

So che penserete: "che articolo pieno di basse insinuazioni". Concordo con voi: proprio per questo dovrei farmi assumere al Fatto, lì mi troverei a casa.
Burlando s'impara.