martedì 28 dicembre 2010

La Linea Cundari, la Guerra dei Valori, Marchionniani Mannari e altre menate



Il blog di Francesco Cundari (giornalista de Il Foglio, scrittore ed ex-direttore di Red TV molto amato dai GD-Giovani Dalemiani, intendo) lo leggo sempre con piacere. Come con Francesco Costa e con gli altri blogger che seguo, spesso e volentieri mi capita di trovarmi in feroce disaccordo con lui, ma i suoi pareri e le sue analisi sono comunque interessanti e rispettabili.

In risposta alle reazioni suscitate dalla famigerata intervista di Bersani del 17 dicembre, Cundari sostanzialmente se la prende con Veltroni e smonta il giochino ai weltronian-bipolaristi (dice, in pratica: "se siete tali allora dovreste essere i primi a cercare di creare una coalizione che annienti Berlusconi, a costo di sacrificare le primarie"). Non essendo io nè veltroniano nè affamato di bipolarismo, posso quindi esprimere le mie perplessità in pace, per fortuna.
Ma non è per questo che vi ho linkato quell'articolo lassù.

L'ho fatto perchè in tale post, il Cundari ci offre anche la sua personale definizione di centrosinistra: <<dicesi “centrosinistra” quella larga coalizione di partiti la quale, in un sistema elettorale maggioritario, impedisce che vinca sempre e matematicamente il centrodestra senza nemmeno bisogno di fare la campagna elettorale, come accaduto nel 2008>>.

Sono molto soddisfatto. Di più, sono sollevato. Questa frase è ILLUMINANTE. Mi ha rivelato varie cose e mi ha finalmente tolto molti dubbi.

Partiamo da una constatazione facilmente verificabile:  Berlusconi e Lega sono Berlusconi e Lega. Dare loro la patente di "centrodestra" è quasi un complimento. FLI e UDC sono invece, palesemente, due partiti di centrodestra. Ok, qualcuno obietterà che l'UDC è "centro centro", ma trovatemi voi la differenza tra un Totò Cuffaro, un Buttiglione (no, dico, Buttiglione!!!) e un qualunque pidiellino di cdx.

In base a questa constatazione e alla definizione di centrosinistra di Cundari, le ipotesi sono tre:
A) il PD è un partito di centrosinistra che, pertanto, deve impedire la vittoria del centrodestra. E quindi non si alleerà con FLI e UDC, in quanto partiti di centrodestra.
B) il PD non è un partito di centrosinistra, quindi può allearsi con UDC e FLI.
C) il PD è un partito di centrosinistra e si allea con UDC e FLI per portargli sfiga e far loro perdere le elezioni, compiendo quindi la sua missione storica.

Questo se prendiamo per buone le parole di Cundari, s'intende. Ma forse c'è un'altra strada.

D) Opzione da realpolitik: siccome un governo tecnico non si è riusciti ad ottenerlo il 14 Dicembre, facciamo la grosse koalition alle elezioni (sinistra, centrosinistra, centrocentro, centrodestra), battiamo Berlusconi e Bossi e de facto abbiamo insediato in Parlamento il favoleggiato Governo Tecnico. Solo che lo abbiamo ottenuto tramite elezioni (ah ah ah! v'abbiamo fregati, pidielleghisti!) e non lo chiamiamo ufficialmente "Governo Tecnico": facciamo le riforme necessarie per salvare capra e cavoli nel nostro sventurato paese, modifichiamo finalmente 'sta benedetta legge elettorale e poi facciamo una crisi pilotata per andare nuovamente ad elezioni, stavolta ognun per sè (ossia, centrosinistra da una parte, centrodestra dall'altra e centro per conto suo, o magari unito al centrodestra, se si riesce ad eliminare definitivamente il sodalizio Berlusconiani-Leghisti). E in questo caso vinca il migliore.

Ecco, vista così si potrebbe anche ingoiare il rospo. A patto che sia davvero un governo a tempo.
L'opzione "A" resta la mia preferita, certo. Vedremo come andrà.

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I guai dell'Italia dei Valori, intanto, non sono affatto finiti.
A quanto pare è finito il provolone i soliti Luigi DeMagistris e Sonia Alfano si lamentano della questione morale dell'IdV dipietrista, approfittando del recente scandalo Scilipoti-Razzi.
Massimo Donadi difende il partito e Tonino, dando sostanzialmente delle "serpi in seno" al duetto LdM-Alfano e dicendo un'altra frasetta (qui linkata) che mai avrei immaginato potesse dire uno dei "duri e puri dell'unica opposizione": evidentemente, alla scoperta della solita massima del "c'è sempre uno più puro che ti epura", Donadi e Antonio son tornati lucidi.

De Magistris ha ragionissima nelle sue accuse. Peccato che anche lui dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza. Ha un bel coraggio a fare il puro quando lui stesso, ricordiamolo, si fa beffe del codice etico del suo partito, evitando di dimettersi quando viene rinviato a giudizio. Che ingrato: Di Pietro l'aveva pure difeso (insieme alla Alfano).
Non sono un fan di Di Pietro, Barbato e Donadi, ma se al loro posto abbiamo gente come Luigi De Magistris e soprattutto quella pericolosa invasata di Sonia Alfano non stiamo messi meglio.
Poi per carità, la colpa è comunque di Tonino che ha creato un mostro.
Un po’ come fece Grillo coi vari Barnard e Signoraggisti. Creature che ti sfuggono di mano e che si rivelano peggiori del loro creatore.

E poi sì, è vero, Scilipoti e Razzi stavano nell’Idv da oltre un lustro, come il duetto di neo-puri denuncia.
Ma non mi pare che in questo lustro la coppietta ipocrita si sia stracciata le vesti, lamentandosene.
E dire che di spazio, tempo e modo per farlo ce n'era in quantità industriale. Troppo comodo farlo ora, col senno di poi, auto-attribuendosi una patente di faro morale del tutto ingiustificata.

Sempre per lo stesso motivo, c'è maretta anche fra Di Pietro e Paolo Flores D'Arcais. Il primo elenca i peccati di Flores D'Arcais (accidia, superbia, invidia). Il secondo sputtana Di Pietro e il suo vizietto di manipolare i sondaggi online.
Ennesimo caso di ipocrisia: Flores d’Arcais si accorge SOLO ORA che se propone un sondaggio su Di Pietro, questo viene bombardato dai fans di Tonino? Cioè, fino ad ora della Casaleggio Associati e dei suoi metodi di marketing (fin dai tempi delle primarie del PD) non ne sapevano niente da quelle parti?

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Passiamo ora a un altro tema caldo: l'affaire Marchionne. Sì, proprio quello che, insieme agli altri manager Fiat, sta mettendo in atto una vera e propria disgregrazione volontaria e autoritaria dei diritti di ogni lavoratore senza che il governo dica una parola.

Sull'accordo Fiat-Mirafiori, le varie anime del PD sono divise. Ed è giusto così, è una bella cosa. E questo blogger spiega divinamente il perchè.

Piero Fassino dice che se fosse un operaio voterebbe "sì": aggiungo io, graziarcazzo che un operaio voterebbe sì...non è che gli si lasci alternative. Oltretutto l'accordo dice chiaro e tondo che chi non firma impegnandosi a non scioperare non entra. E' come dire "se mi puntassero una pistola mi farei rapinare".

Chiamparino, quello che molti vedrebbero come il nuovo guru del PD, quello che molti gggiovanirottamatori vorrebbero candidare contro Bersani alla guida della coalizione (peccato che la sua candidatura andrebbe contro lo stesso Statuto che i gggiovanirottamatori in altre occasioni difendono a spada tratta...ma si sa, le leggi si applicano per i nemici e si interpretano per gli amici e blablabla...), è ancora più drastico nel suo sostenere Marchionne, il "grande innovatore". Lo è sempre stato, da mesi, e poche ore fa ha confermato il suo invito agli operai a votare "sì". C'è da dire che non solo i vari Chiamparino, Ichino e Renzi, ma molti dei loro sostenitori (i "post-ideologici nati dopo il 1970") hanno una posizione subalterna a Marchionne.

Cristiana Alicata, per esempio, fa un discorso sulla meritocrazia degno del peggior Brunetta, ficcando insieme tante cose giuste, tante obiezioni sacrosante, tanti luoghi comuni, in un turbine indistinto: "la colpa non è di Marchionne, è dei sindacati", dice la pasionaria dal contratto metalmeccanico (proprio con Mamma Fiat), "e la colpa è anche della sinistra che difende i privilegi di chi ha un contratto a tempo inderminato, che difende l'operaio che non lavora, i malati immaginari, che va contro gli imprenditori solo perchè li considera padroni".
La paladina dei diritti civili omosessuali (e solo di quelli?) approfondisce la questione analizzando il testo completo degli accordi pomiglianmirafioriani, dando in pratica ragione a Piero Fassino.

Poi, per carità, come mi dicono dalla regia, Marchionne fa il suo mestiere: fa aumentare il valore azionario dei titoli Fiat e si impegna nei confronti del consiglio di amministrazione a ripartire più utili nell'attuale esercizio. Poco conta, per lui, che questo sia realizzato a discapito delle "maestranze".  E non penso voglia dare uno "scossone" ad alcunchè: semplicemente non vuole pagare la crisi.
Gli attuali dirigenti sindacali (a parte la Camusso, sulla quale non mi esprimo perchè finora ha fatto troppo poco per poterla inquadrare) non sono in grado di avvertire la sfida del mondo del lavoro posta da questo secolo...e in alcuni casi non hanno neanche la cultura personale del proprio ruolo. Altra grande colpa è dell'attuale burattino ministro del lavoro.
D'altro canto, però, uccidere il sindacato e la contrattazione sindacale (perchè è QUESTO che succederà, e chi è a favore dell'accordo con Marchionne lo sa benissimo) non è una soluzione adeguata, anzi.
Ce li dovremmo ricordare, eventi passati analoghi: anch'essi erano stati salutati come cambiamenti difficili da digerire, ma che avrebbero portato a un'Italia futura migliore. E poi abbiamo visto come sono peggiorate le condizioni di lavoro in Italia, con la Legge Biagi e l'abolizione dell'Articolo 18.
La Alicata non ha del tutto torto, ma vede solo parte del problema, che è ben più grande di come lo vede lei: il proposito (non dichiarato) di Marchionne è quello di aumentare la produttività a discapito dei lavoratori e concentrare gli investimenti altrove. Il problema riguarda innanzitutto la politica e il modo con cui si interpretano le relazioni industriali nel 2010/2011.


In tutto ciò Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del PD, dice le cose giuste al momento giusto.
E mette anche a tacere le polemiche sulla posizione del PD, dettando la linea.

Fassina dice inoltre l'unica cosa sensata da dire: bisogna salvaguardare il contratto nazionale. "La questione Fiat pone un problema vero: l’esigenza da parte delle aziende di veder rispettate le regole che vengono sottoscritte nei contratti. Ma questo però non può avvenire a discapito dei diritti. Il nostro è un punto politico: l’esigenza di competizione che hanno le aziende non si gioca sul piano delle garanzie costituzionali."...che è quello che sosterrebbe chiunque abbia un minimo di cultura giuridica e memoria storica. 
Chi non si pone su questa linea è in malafede.

PS: parole di speranza dalla Toscana. No, non è Renzi, è il mio amato Enrico Rossi.

PPS: quoto un mio amico, che torna sulla lontana querelle "PD vs resto-della-sinistra":

<<Beh se la sinistra avesse avuto un pò più di sostanza politica, se si fosse modernizzata, se non avesse passato gli ultimi quindici anni a recitare la parte della spina nel culo del centro sinistra, se avesse avuto un programma e un progetto, se avesse avuto una classe dirigente presentabile e un elettorato un pò più coraggioso (che magari avrebbe votato Vendola come segretario e non Ferrero), forse sarebbe sopravvissuta. E magari, proprio con questo PD, si sarebbe anche rafforzata in un moderno, laico partito di sinistra di ispirazione socialista europea.>>

lunedì 20 dicembre 2010

Amor proprio




La prendo alla lontana.
Mi capita spesso di fare da confidente e consigliere per cuori spezzati, solitari e inconsolabili.
Non si sa con che titolo, dall'alto di quale pulpito o esperienza, ma capita. Spesso.

A queste persone che sperano semplicemente di essere amate e apprezzate, dico sovente la stessa cosa: "Come puoi sperare o pretendere di essere amato da qualcun altro se tu per primo non riesci ad amare te stesso?".
Si badi bene, "amare te stesso" non significa ignorare tutti i tuoi difetti e non aver contatti con la dura realtà.
Tutt'altro, vuol dire conoscersi a fondo, apprezzarsi e accettarsi, fino a volersi un minimo di bene.
Avere un minimo di rispetto per se stessi, un minimo di amor proprio.

Veniamo quindi a noi, caro il mio pelatone col sigaro. Io ti voglio bene, davvero. Mi stai anche simpatico. E anche a livello politico, ti ho spesso stimato e difeso, evidenziando spesso le pecche e le contraddizioni di quanti ti criticavano. L'ho fatto anche con toni molto accesi, devo dire.

Ora, dico io, a sinistra siamo dei campioni nello strappare la sconfitta dalle fauci della vittoria. Lo so io e lo sai tu. Ma a tutto c'è un limite.
Hai incassato grandi vittorie, ultimamente. L'11 Dicembre hai scaldato diversi cuori, riempiendo una piazza di soli piddini e ottenendo il plauso addirittura di alcuni Fattoni Quotidiani. Il 14 Dicembre il tuo PD ha portato 206 voti di sfiducia su 206, compreso quello della Mogherini, incinta e in procinto di partorire, che ha votato "col pupo in canna", tra gli applausi.
In tutto questo, FLI si è dimostrata inaffidabile, incapace di votare compatta sulla sfiducia, con buona pace dello statista Fini al quale troppi, anche a sinistra, guardavano con speranza.
Gli alleati malpancisti, tuoi oppositori interni, hanno dovuto abbozzare, con molto imbarazzo: il partito di Di Pietro, "l'unica opposizione", ha de facto salvato Berlusconi con due preziosi voti. Calearo, espressione del PD di Veltroni, ha votato la fiducia a Papi Silvio. Renzi ha perso seguito e credibilità dopo il viaggetto ad Arcore e in parte, adesso, anche per i disagi di Firenze durante la tormenta di neve.

Dovresti sentirti rafforzato, legittimato.
E invece, di venerdì 17, che ci combini? Ti metti a 90 gradi. Ti riduci ad elemosinare l'appoggio di un Terzo Polo che già si è dimostrato inaffidabile e dannoso per se stesso (vedi il 14), figuriamoci per noialtri.
Ma questo ci poteva pure stare: c'è chi dice che senza centro non si vince. Io dissento, ma 'sticavoli.
Il vero problema c'è quando ti dimentichi di avere il coltello dalla parte del manico.
Quando, oltre ad elemosinare l'appoggio di persone totalmente inaffidabili, sei disposto a cedere qualcosa per risultare loro più attraente.
E' mortificante vedere questa continua umiliazione, vederti travestito da nerd sfigatello con i brufoli e gli occhiali che ci prova con la più carina della classe per invitarla al ballo. E di certo il Terzo Polo non è la più bella della scuola, anzi.
Si parla di responsabilità, ma a porgere l'altra guancia siamo sempre e solo noi.

E' una questione che esula dalle primarie: è una questione di principio. Anche se tu non cedessi sulle primarie, ma cedessi piuttosto su qualcos'altro, il mio disagio rimarrebbe.
Si parla di sconfiggere Berlusconi, ma ci si comporta come dilettanti della politica, ingenui principianti della strategia.
Si dimentica che i voti ottenuti da un cartello elettorale non sono MAI la somma algebrica dei voti ottenuti dai singoli partiti che compongono quel cartello. Si dimentica che ai voti in più conquistati da quest'alleanza vanno sottratti i voti di coloro che non voterebbero mai e poi mai una coalizione simile. Voti che finirebbero nel calderone degli astensionisti o dei "voti di protesta" per partitini irrilevanti.

Si fa finta di non capire che Berlusconi, ok, lo si può anche battere -temporaneamente- alle elezioni, ma che non lo si annienterebbe definitivamente. Perchè per scongiurare la sua minaccia devi evitare di resuscitarlo.
E per evitare di resuscitarlo devi creare una vera, solida alternativa. Devi formare un governo che DURI, che non crolli alla prima folata di vento. Un governo che duri 5 anni e che possibilmente venga rieletto alle elezioni successive. Un governo che duri ALMENO fino alla scadenza del mandato di Napolitano, per impedire che Berlusconi venga eletto Presidente della Repubblica.
Già con Mastella nell'Unione e la Binetti nel PD era difficile prendere decisioni. Figurarsi se ci alleiamo con FLI e UDC. Per dirne una, che faremo quando dovremo fare una riforma universitaria? Fli e Udc votano a favore della Riforma Gelmini, ricordate? Che faremo allora? Voteremo una riforma che riteniamo inaccettabile per evitare di far cadere il governo? Oppure scenderemo in piazza contro il nostro stesso governo? Come ai tempi di Prodi?

Con una semplice intervista in un solo giorno, il 17, hai dilapidato tutto il credito che avevi ottenuto l'11 e il 14. La tua è stata una dichiarazione di debolezza immensa. Un'ammissione di sconfitta. Una resa.
La sconfitta della politica, insomma.
Perchè di politica qui se ne vede e se ne sente poca, pochissima.

E purtroppo è un problema che non tocca il solo PD. Tocca tutte le opposizioni di centrosinistra. Sia Bersani che Vendola, l'uno con l'alleanza, l'altro con le primarie, non parlano di programmi. Non parlano di proposte.
Io voglio le tre P: Proposte, Progetti, Politica. E sono queste a mancare.

Io voglio un'alternativa che non sia solo numerica, che non sia solo di nome e di leadership. Io voglio i fottuti CONTENUTI, cazzarola.

E tu, Bersani, mostri un'ingiustificata paura di perdere. Un'ingiustificata convinzione di essere inadeguato.
Da un lato, la paura di perdere le Primarie contro Nichi Vendola. Ma le primarie le avresti vinte tu, Pigi. Magari di poco, ma le avresti vinte tu. Specie quando dalle narrazioni si sarebbe passati alle proposte concrete. Tu sei sempre stato quello coi piedi per terra. E se avessi perso, pazienza.
Dall'altro lato, la paura di perdere le elezioni. Il timore di non riuscire a scrivere e a comunicare un programma alternativo a quello berlusconiano, il timore di non avere idee CONVINCENTI.

E qui torniamo alle mie frasi di inizio post: con questo atteggiamento dimostri TU, per primo, di non essere sicuro di te. Di non essere convinto di rappresentare la più credibile alternativa al berlusconismo.
E se non sei convinto tu di te stesso, come diavolo speri che possa esserlo IO? Che possiamo esserlo TUTTI NOI ELETTORI?

Come puoi convincere gli altri, se non convinci TE STESSO per primo?
Come può chiunque al mondo desiderare l'amore, l'apprezzamento altrui, se per primo non si vuole nemmeno un po' bene?
Come puoi avere i miei applausi, il mio sostegno, la mia difesa appassionata davanti ai tuoi detrattori, le mie spiegazioni ai potenziali elettori indecisi e incerti e scettici su di te, il mio voto, il mio RISPETTO, se tu per primo non hai un briciolo di amor proprio?

E su. Ti aspetto giovedì 23 Dicembre. Fai il bravo.

mercoledì 15 dicembre 2010

Poi dici che te la prendi sempre coi soliti

Ricapitoliamo: l'IdV, quella che da sempre si vanta d'essere "l'unica vera opposizione", ha regalato ben due salvagenti a Berlusconi.

FLI, la "vera destra che fa più opposizione del PD, anzi, quasi quasi voto loro e non il PD, se Silvio cade sarà grazie a loro e non grazie all'imbelle PD", si è mostrato un partito totalmente inadeguato, tra le mille smentite di Bocchino (sputtanatosi inoltre per aver colloquiato in privato con Berlusconi e per averlo negato) e un Fini che non riesce a tenere in riga i suoi descamisados (che subito tornano all'ovile di Papi).

Veltroni, l'ex segretario che ha recentemente rialzato la testa, l'ha riabbassata (o almeno dovrebbe farlo, per coerenza) dopo che il modello veltroniano ha preso l'ennesima batosta (Calearo ha votato con la maggioranza).

Renzi, il gran rottamatore, (nonchè alfiere de IlPost di Luca "miopadreèunassassinoemiamogliepresentavailgrandefratelloberlusconiano" Sofri e Pippo Ciwati) è stato rottamato da stampa, e-lettori e opinione pubblica dopo l'exploit della visitina ad Arcore a piangere miseria da Silviuccio e chiedergli prebende per la sua città.

Il governo è diventato protagonista del film "Being Romano Prodi": auguri ai tre dell'ave maria, unici ostacoli alla sfiducia. Non ammalatevi, mi raccomando.

Il PD, invece, ha portato 206 voti di sfiducia su 206: la Mogherini è addirittura venuta col pancione, a momenti quasi partoriva in Parlamento.

Ma per il sagace Luca Sofri, il PD è da biasimare. La colpa, la responsabilità della mancata sfiducia, è tutta del PD e di Bersani, e per dimostrarlo cita pure il "per niente berlusconiano" Paolo Mieli.
Wow! A quando le citazioni di Roberto Gervasio, Mario Sechi, Vittorio Feltri?

Ricordiamoci che Luca Sofri (il cui intervento da me sopracitato è velatamente fatto suo anche da Ciwati, tanto per cambiare -sì, sono ironico-) gestisce anche "Il Post.it", sito di news e blog generalmente MOLTO interessante, ma che spesso viene gestito in maniera ultrafaziosa. Basti pensare che han pubblicato MILLE post su "Prossima Fermata Italia", han pubblicato ogni starnuto twitteriano di Renzi, ma han TOTALMENTE IGNORATO (i maligni -ok, io- direbbero "censurato") la grande manifestazione in piazza dell'11 Dicembre del PD bersaniano.

Non mi pagano nè per tessere le lodi di Bersani nè per attaccare Renzi, Sofri, Civati e compagnia cantante.
Non provo neanche particolare gusto nel farlo. E' spesso noioso e stancante.
Ma di ristabilire la verità (in mezzo a un mare di puttanate) no, non mi stanco mai.

PS: vi ricordate del grillino Antonino Monteleone di Exit, promosso da Telese come "grande e vero giornalista" (ve lo citavo in un altro post)? Le guardie del corpo di La Russa l'hanno vergognosamente menato davanti ai miei occhi, paradossalmente proprio quando, per una volta nella vita, faceva domande sensate e davvero giornalistiche. Vorrei dire che è il karma, ma temo, più semplicemente, di avergli portato sfiga. Scusa, Antonì.

PPS: Vi presento le due facce del Fatto Quotidiano. Un articolo elogiativo della piazza piddina-bersaniana dell'11 dicembre (neanche il Fatto è arrivato ai livelli di Sofri e de IlPost, pazzesco) e un altro articolo che utilizza la solita carta della Reductio-Ad-Alemum per attribuire anche la colpa del voto di fiducia di Cesario a D'Alema. Non capisco le argomentazioni a riguardo, mi pare più una supercazzola, il cui senso è "D'Alema si è candidato in Puglia (grazie al cazzo, è la sua circoscrizione) e non in Campania, togliendo un posto a Cesario, la cui brama di potere l'ha spinto a lasciare il PD". Oh, io ho capito così, ma premetto che ho dormito pochissimo ieri, per cui non connetto granchè. Cioè, se è colpa di D'Alema te lo infamo quanto vuoi, ma le giustificazioni esposte mi sembrano a dir poco pretestuose.

Non faccio neanche lo sforzo di argomentare, mi limito a pubblicare alcuni commenti all'articolo (fortuna che c'è chi ha gli anticorpi adeguati): "vabbè ma questa è una forzatura mostruosa, sicuri che non ci sia stato qualche PD a Dallas in quel triste giorno?" e ancora "Egregio Iurillo, lavorando nel suo territorio, ha saputo destreggiarsi nella selva politica della provincia campana. Ma per arrivare dove? La sua conclusione non è solo ridicola, ma è anche gratuitamente volgare. Lei è liberissimo di non apprezzare D’Alema, ma per continuare a far bene la sua professione ci risparmi volgarità di questo tipo. Non guardi ai Belpietro & C. e sicuramente la qualità del suo lavoro potrà migliorare." oppure "Adesso è chiaro: è tutta colpa di D’Alema! Invece Tonino, l’amicone di Travaglio con il quale partecipava alla kermesse di partito a Bologna, è una vittima innocente. Parola del Falso Quotidiano, l’organo di partito di IDV. Sì, siete molto credibili." e anche "Caro Demmini, nulla di nuovo. Mentre l’IDV perde i pezzi questo giornale si affanna a tirare in ballo gli ex PD (ex nel vero senso della parola perchè Calearo e Cesario già da molti mesi erano andati altrove) per fare pari e patta.
Ma stavolta sono meno credibili del solito, visto che si mettono a citare oscuri maneggi del due Scilipoti-Razzi che finchè gli onerovoli erano nell’IDV erano stati pietosamente taciuti. Il buonsenso, però, ci dice che se D’Alema o Veltroni sono responsabili per Cesario e Calearo, Di Pietro lo è per Razzi e Scilipoti."

"No, assolutamente, che dici?Scilipoti, Razzi, Misiti, Porfidia (4 eletti nell’iDV che voteranno per Berlusconi) sono stati imposti a Tonino Di Pietro da D’Alema e Violante nel 1996, dopo la Bicamerale. Ovviamente queste notizie sono state tenute nascoste da Di Pietro e dal Falso Quotidiano perché D’Alema li ha minacciati. E le hanno tirate fuori solo adesso per colpa di Veltroni. Che schifo il PD! Franceschini e LaRussa sono uguali, come dice Il Falso Quotidiano, quotidiano di partito di IDV!"

"Leggendo il titolo pensavo a chissà quali altre colpe dovessero venire ascritte a D’Alema, che di colpe ne ha, ma questa proprio ve la potevate risparmiare."

"quando, per avvalorare una tesi si usano forzature ed ellissi in modo tale da rendere, de facto, falsa la proposizione, non si fa altro che togliere credibilità alle ricostruzioni che invece poggiano su solide basi.
Contar frottole è il modo migliore perchè tutto appaia una balla, anche le cose vere.
A me d’alema non piace ma questo articolo e le basi su cui poggia, non stanno nè in cielo nè in terra, solo nella testa dei malfidenti."


"eheheheh il Fatto continua con la sua campagna elettorale.
Gli eletti del Pd che voteranno la fiducia al governo sono scelte sciagurate dei vari Veltroni, D’Alema ecc.
Quelli dell’IDV che lo faranno sono delinquenti che hanno tradito il nobile Di Pietro."

"dare addosso a d'alema anche per questo motivo è ridicolo.Publicando tali fandonie delegittima anche gli altri interventi.Suvvia un pò di serieta"

"Ma basta con sta storia che D’Alema ha tutte le più gravi colpe e responsabilità perfino dell’attuale malgoverno costituito da disgustosi lestofanti! Si sta esagerando! Qualè la responsabilità di D’alema per aver preferito la Puglia del conseguente abbandono di Cesario dal PD passato all’Api di Rutelli finendo all’attuale sostegno a Berlusconi? Non vedo alcun nesso, la verità è che va di moda ritenere responsabile D’Alema di ogni male italiano, mentre i mafiosi restano tranquillamente al governo. Cerchiamo per una volta di essere corretti!"

"L’autore è così ingenuo – nel senso di ignaro, inconsapevole, ecc… – da (fingere di) non sapere nulla del rapporto tra politica e territorio.
Non sa (per giovanile cecità o per cecità voluta) che il “deputato di gallipoli” è, appunto, il “deputato di gallipoli”. Ma almeno il direttore poteva spiegarglielo. Ricorda, Padellaro, il deputato di gallipoli?
Ahimé nell’epoca berlusconiana ormai ognuno può dire quello che vuole. E un giornale può far copie eccitando deliri di questa fattura. Tanto nessuno protesterà contro sciocchezze come questa. Mala tempora currunt. E’ l’epoca di Fede e di Minzolini."


"Egregio Iurillo
Il suo pezzo è degno di Sallusti.
Con la differenza che forse Sallusti avrebbe messo più sostanza (magari inventando) tra il titolo e la conclusione.
Complimenti al Fatto per l’evidenza riservataLe.
Poi sarebbe il PD a tenere in vita Berlusconi, eh…."


E ora il commento migliore:

"Pare che D’Alema sia il responsabile del terremoto del 1980. Inoltre si dice che sia stato anche l’untore del colera a Napoli. Sembra che sia stato un suo avo e non Gavrilo Princip a far scoppiare la prima guerra mondiale.
Ma non vi sembra di esagerare? Dare la colpa a D’Alema di tutto? Era il capolista del PD in Campania ed in Puglia. Doveva optare per la sua regione, era giusto ed è stato un atto di correttezza nei confronti dei campani. Non è venuto a rubare i voti in altra regione."

E questo è quanto.

venerdì 10 dicembre 2010

Reductio Ad Alemum (ossia, Grilletti e Fattoni Quotidiani corrono ai ripari)

(Nella foto, D'Alema e i Dalemiani)

Come ben sapete, il Fronte Anti PD (gemellato col Fronte Anti Bersani interno al PD) ultimamente è allo sbando, roso dalle guerre di bande e dai regolamenti di conti interni.
Grillo, Vendola, Di Pietro, De Magistris, Sonia Alfano, Travaglio, FedericaFabbrettidelleAgendeRosse, Giulia Innocenzi, Renzi, Civati, la Alicata...nel corso dei mesi vi ho raccontato tutte le loro magagne e le loro divisioni. Mi manca giusto...mmmh, boh, forse Marta Meo, ma del resto Marta Meo non se la fila nessuno.

Poi vabbè, del paradosso di Berlusconi salvato da (ex) deputati dell'IdV (poverini, "subiscono pressioni e stanno soffrendo", dice Don Tonino, con toni giustificatori che non avrebbe MAI usato con nessuno del PD) sapete già tutto.
Così come penso sappiate della caduta in disgrazia del Popolo Viola, con il loro capetto Gianfranco Mascia che chiede l'aiuto e il sostegno dei tanto vituperati partiti.

Come può salvarsi questo movimento antipiddino dalla possibile fine di Berlusconi (nella quale sarebbe determinante il tanto vituperato PD)? Come possono salvarsi dalle millemila notizie delle loro crisi interne (peggiori di quelle del PD)? Come possono distogliere l'attenzione dal fatto che sono proprio Renzi e alcuni deputati iddivvini a dare boccate d'ossigeno al Cavaliere Inesistente?

Suvvia, la soluzione è semplice e ve l'ho già suggerita nello scorso post: si giocano la carta-D'Alema.
D'Alema, si sa, è "il male". "Il Maligno, il Demonio". E' "colui che ha distrutto la sinistra". E' "colui che salva sempre la vita al Cavaliere inciuciandoci per ottenere in cambio chissà cosa". Se la gente vota in massa Berlusconi è "grazie a D'Alema". Se qualcosa va male, se Veltroni fa una cazzata, se il rubinetto del bagno perde, se non hanno trovato una cura per il cancro, se Babbo Natale non esiste, è colpa di D'Alema.
E così via. I luoghi comuni si sprecano.
Se vuoi fare un articolo critico contro la Sinistra, ficcaci dentro D'Alema, la crostata, le scarpe eleganti, il risotto da Vespa, la barca, la banca, usa le magiche parole "inciucio" e "bicamerale" e otterrai il plauso dei fan adoranti. Se qualcuno, anche se del tuo stesso partito, non è d'accordo con te, digli che difende "l'apparato", denunzialo in quanto presunto "dalemiano", e potrai ritirarti dallo scontro come vincitore indiscusso. Se qualcuno fa una cosa imperdonabile, ricorda che non è D'Alema, che D'Alema ha fatto/fa/farà/avrebbe fatto di peggio, e sarà perdonato in nome del comune antidalemismo.

Quale modo migliore per distogliere l'attenzione dalle loro puttanate se non ricordare ai cittadini che "ai tempi di Adamo ed Eva, la sinistra (con D'Alema) ha fatto questo e quello, non ha fatto quest'altro"?
Ed ecco che arriva una "formidabile" puntata di Exit, programma di La7 condotto nel totale anonimato da una giornalista sportiva prestata al giornalismo politico: Ilaria D'Amico, una velina mancata che parla di politica credendo di parlare di calcio.

Gli ingredienti ci sono tutti: Luca Telese, comunista quasi-pentito che scrive libri elogiativi della gioventù nazifascia anni '60 e che scrisse per Il Giornale di Silvio Berlusconi queste cose qui elencate nel link, salvo poi approdare al Fatto, dove può sempre parlar male della sinistra, ma stavolta senza sembrare berlusconiano, senonaltro. LaTorre, dalemiano macchiato dalla storia dei suggerimenti a Bocchino, per mostrare il lato oscuro del dalemismo: un politico con cui è praticamente impossibile simpatizzare.
Antonino Monteleone, giornalista freelance calabrese e iscritto al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (ops, ma dai?), la cui pagina facebook lo identifica subito come "uno dei buoni" (ossia antidalemiani): gli piacciono il Fatto, Annozero, Gioacchino Genchi, le Agende Rosse, il Movimento 5 Stelle, Di Pietro, Travaglio, Grillo, De Magistris...e Angela Napoli (pidiellina, poi finiana) e Francesco Cossiga (!!!!!).
Non manca neanche, nel servizio di Exit, il celeberrimo video di Violante che "confessa", sul quale gli antipiddì si fanno da mesi le pippe a due mani, spammandolo ovunque come un video di Gemmadelsud.

Il giornalista rampante (grillino in incognito) insegue Massimo D'Alema e lo inonda di domande che definirei attualissime, se poste 15 anni fa. Più che domande, sono sentenze: il tizio ha già capito tutto, voleva solo spiegare a D'Alema che aveva capito quanto fosse spregevole/inciucista/ecc ecc. Voleva solo comunicargli il suo biasimo.
Subito Telese giubila, considerandolo un "documento inestimabile" e un momento di "vero giornalismo", aggiungendo poi che nessuno voterebbe mai D'Alema dopo aver visto questo video, perchè è palesemente misantropo. A parte che non mi pare sia candidato e che i criteri di simpatia non mi sembrano motivi seri per valutare un politico, in questo mondo berlusconiano mi aspetto di tutto, specie da un tizio che ha mangiato per anni con Berlusconi, lavorando al di lui giornale e assorbendone lo stile.

Ed ecco che gli Antipiddini possono tirare un sospiro di sollievo: l'attenzione è stata distolta da loro, per un po' di tempo tutti parleranno di nuovo di D'Alema, di quanto è stronzo, quanto è corrotto, quanto è maneggione, di quanto questo centrosinistra sia inadeguato a governare, di quanto alla fine sia peggio questo csx di Berlusconi e allora a 'sto punto teniamoci Silvio, che tra lui e la sinistra-capro-espiatorio noi giornalisti ci possiamo campare per altri anni. E nessuno parlerà del bluff dei duri e puri.

Ora arriva la parte lunga e noiosa: chi non ha tempo può scendere a questa fermata, smettere di leggere il post o leggersi il resto quando ha tempo. E' comunque un pezzo illuminante, quindi magari vi fate pure un favore, specie se siete tra i grullini grilletti che si fanno le pippe col video di Violante.

Ma parliamo del presunto inciucio della bicamerale sul conflitto di interessi.
Anzi, non ne parlo io.
Ne parlerà Francesco Costa, che penso sia al di fuori e al di sopra di ogni sospetto, essendo uno de "I Mille", essendo un difensore di Renzi, essendo un oppositore di D'Alema ed essendo anche dotato di disonestà intellettuale quando si tratta di attaccare Bersani (avete letto il mio post precedente, giusto?). E siccome io lo ritengo intellettualmente disonesto anti-Bersani, magari gli antibersaniani e antidalemiani che mi leggono lo riterranno intellettualmente onesto, giusto? Beh, ecco cosa vi dice lui:
  1. Ha barattato il conflitto di interessi con le riforme istituzionali? Sentiamo. Quando sarebbe accaduta questa cosa?
    Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 08:20
  2. beh, la bicamerale?
    Commento di gabriele del 6 September 2010 alle ore 09:39
  3. Sono tutto orecchi. Cos’è successo durante la bicamerale? Te lo chiedo perché secondo me non lo sai, visto che hai detto una cosa che non è vera (non che sia solo colpa tua: è la cazzata che ripetono da anni Travaglio e co.)
    Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 10:03
  4. beh avrò pessima memoria. Ricordo Violante che confessa in Parlamento l’accordo per lasciare intonse le TV a B. in cambio di qualcosa che credevo appunto fosse l’accordo per le “riforme condivise” tanto care a D’Alema. Ho la memoria schifata e vedo mostri ovunque, probabilmente. Sbaglierò, ma sbaglio da solo, senza l’aiuto di Travalgio, non ti preoccupare
    Commento di gabriele del 6 September 2010 alle ore 13:56
  5. Violante non “confessa” nessun accordo: i DS erano accusati di voler utilizzare il loro potere politico (erano al governo) per colpire le aziende del premier, e Violante rispose che il centrosinistra non ha mai voluto colpire o toccare le aziende del premier (e giustamente: sarebbe stato un bell’abuso, anche perché un governo non può decidere di colpire deliberatamente un’azienda).
    La storia del conflitto di interessi e di come è naufragato ha niente a che vedere con quel video, che una certa pubblicistica pelosamente interessata fa girare come la prova madre. Non ci fu alcuna rinuncia a fare la legge sul conflitto di interessi “in cambio” della bicamerale. La legge ordinaria sul conflitto di interessi fu approvata alla camera nel marzo del 1998. Nel frattempo la bicamerale stava introducendo nella Costituzione la questione dell’incompatibilità tra cariche di governo e titolari di concessioni pubbliche, affidando i ricorsi alla Corte costituzionale (e non al parlamento, com’è adesso) per rendere la norma non aggirabile. Una cosa talmente indigesta per Berlusconi che lui all’improvviso fa saltare tutto e vota contro: se la bicamerale è stata questo grande inciucio, non si capisce perché Berlusconi abbia fatto di tutto per demolirla. A bicamerale fallita, la legge ordinaria già approvata alla camera arriva al senato, e lì nonostante un ostruzionismo bestiale del centrodestra il centrosinistra la modifica in senso ancora più restrittivo, inserendo nel testo la questione dell’incompatibilità che era saltata col fallimento della bicamerale. La legge passa al senato. Poi il governo D’Alema cade, e nei restanti due anni di legislatura il centrosinistra non porta la legge alla camera, dove avrebbe potuto trovare l’approvazione definitiva. Io ho scritto più volte che il centrosinistra ha compiuto un madornale e colpevole errore nel non approvare la legge sul conflitto di interessi, ma chiunque conosca i fatti sa benissimo che la bicamerale non solo non c’entra nulla, ma anzi andò vicinissimo a farlo.
    Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 14:07
  6. ” Violante non “confessa” nessun accordo: i DS erano accusati di voler utilizzare il loro potere politico (erano al governo) per colpire le aziende del premier, e Violante rispose che il centrosinistra non ha mai voluto colpire o toccare le aziende del premier (e giustamente: sarebbe stato un bell’abuso, anche perché un governo non può decidere di colpire deliberatamente un’azienda). ”
    1. Violante dice, testualmente, ” abbiamo dichiarato ELEGGIBILE Berlusconi NONOSTANTE le concessioni” Riconoscendo quindi che il problema c’era e PERLOMENO si poteva battagliare su questo. Cosa che il il cs non ha fatto.
    2. Inoltre. il ” non toccare le aziende di Berlusconi” si inseriva in un quadro in cui c’era la sentenza della Corte sulle proprietà televisive. Quindi,il fatto che il cs non abbia fatto niente al riguardo non può essere interpretato come uno scrupolo ” sacrosanto” a non voler essere ” punitive”, sempre che non si voglia dire che la Corte seguiva principi ” punitivi”. Quindi, Violante sta praticamente dicendo che sono stati ” buoni”. Ma buoni a non seguire le regole di legge, non buoni a non seguire presunti intenti puntivi.
    Commento di mariaj del 6 September 2010 alle ore 14:40
  7. Su Berlusconi e le concessioni c’è una discussione in corso nei commenti di un altro post, che mostra quanto la tesi inciucista sia sballata: Berlusconi accusava il centrosinistra di aver fatto un regime, Violante rispondeva che se fosse stato un regime certo non l’avrebbero dichiarato eleggibile. E ovviamente, ancora una volta, questo non ha a che fare né con la bicamerale né col conflitto di interessi.
    Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 14:48

Passiamo alla tesi dell'inciucio in un altro spazio-commenti (con LUNGO E NOIOSO BOTTA E RISPOSTA) di un post di Francesco Costa, stavolta grazie a Luca Simonetti:

  1. Piti, Berlusconi non è né in proprio, né in qualità di legale rappresentante di società, “vincolato con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta”. Quindi era ed è tuttora eleggibile.
    Se vai in giro a fare affermazioni così nette su cose del genere, sarebbe consigliabile informarsi prima, non trovi?
    Commento di Luca Simonetti del 2 September 2010 alle ore 17:39
  2. ” Quindi era ed è tuttora eleggibile.
    Se vai in giro a fare affermazioni così nette su cose del genere, sarebbe consigliabile informarsi prima, non trovi?”
    Ma certo.Per esempio, forse Piti si è informato (male, of course) presso uno che ad occhio e croce non ha nessun titolo,il Costituzionalista Pace. che scrive questo
    “… mentre le cause di incompatibilità si preoccupano -per finalità di “moralizzazione” della funzione pubblica- di evitare conflitti di interessi tra due cariche pubbliche ovvero tra una carica pubblica e una carica privata, le cause di ineleggibilità -come ripetutamente statuito dalla Corte costituzionale- perseguono lo scopo di evitare “un’indebita influenza sulla libera manifestazione di volontà dell’elettore” ovvero “una capacità di influenza incompatibile con le regole del sistema democratico”.
    e anche questo
    “E mentre io sostenevo -e tuttora sostengo- che l’art. 10, già così com’è scritto, nel combimato disposto del primo e del terzo comma, implicava ed implica l’immediata ineleggibilità di coloro che hanno la proprietà d’imprese private titolari di concessioni amministrative di notevole entità economica…per determinare, nelle successive elezioni, l’ineleggibilità di Berlusconi.
    http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/dibattiti/conflitto/pace.html
    che dire, non si sarà ” informato ” anche il costituzionalista Pace.
    Commento di Mariaj del 2 September 2010 alle ore 18:30
  3. Allora piti, informandosi presso il costituzionalista Pace, avrà notato che quella che lui espone è l’opinione sua e di Capotosti, mentre ad es. già Amato sosteneva che l’art. 10 andasse emendato aggiungendo l’inciso “e coloro che indirettamente controllano…”. E magari piti avrà anche provato a domandarsi, se davvero l’art. 10 fosse GIA’ applicabile a Berlusconi nel suo testo attuale (e non solo nell’idea di due o tre rispettabili giuristi), a che servirebbe continuare a parlare da vent’anni di nuove norme sul conflitto d’interessi: basterebbe andare davanti a un normalissimo tribunale e il Berlusca sarebbe privato di cariche parlamentari e governative, no?
    Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 08:04
  4. Ma naturalmente le cose NON sono così semplici. La norma così com’è ora si applica solo ai detentori di concessioni e ai legali rappresentanti di società titolari di concessioni, e non anche ai soci (diretti o indiretti) di queste ultime: e trattandosi di legge che limita i diritti politici, è senza dubbio norma che non può essere interpretata estensivamente. Poi potrà piacere o meno che si ritengano incompatibili Piersilvio Berlusconi o Fedele Confalonieri e non anche il Berlusca(a me non piace), ma a bocce ferme così è.
    Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 08:24
  5. Luca, tu non hai detto a Piti che la sua era solo un ” opinione”, e che c’è ANCHE un’interpretazione di quella legge per cui Berlusconi invece eleggibile lo è. No, tu hai detto che lui dovrebbe informarsi meglio, solo per costatare che ha torto, mentre invece la questione è PERLOMENO controversa.
    Come facevo notare io, quando ho scritto che quando si è presentata in Parlamento la questione di legittimità dell’elezione di Berlusconi, il cs ha preferito accodarsi all’ “interpretazione” di quella legge secondo cui Berlusconi era il ” mero” proprietario, mentre chi cadeva nel onflitto d’interessi era Confalonieri.
    ” a che servirebbe continuare a parlare da vent’anni di nuove norme sul conflitto d’interessi:”
    Perchè in tutti questi anni si è finto che quella norma non si aplicasse a Berlusconi, preferendo pensare che la legge sarebbe ” incompleta” o ” non chiara” nel mettere nero su bianco che si applica anche ai proprietari.Come imporrebbe anche la logica e come pensa anche Amato, infatti lui non dice che la legge non si dovrebbe riferire a Berlusconi, scrive che sarebbe meglio metterlo per iscritto per bene.
    Comunque, io sono molto critica verso il cs per la mancanza di una legge per il conflitto di interessi. Però. Però, aldilà dele varie ” furbate” autolesioniste di D’Alema, i ” sottili” distinguo di Amato, etc, c’è la questione, che non viene forse abbastanza sottolineata, che, in pratica, per come ha ” impostato” le cose Berlusconi è diventato praticamente IMPOSSIBILE fare una seria legge sul conflitto di interessi. Basti pensare che un eventuale cessione della sua azienda per opportunità politica, cosa prevista in tanti paesi, viene presentata come ” esproprio”. E basti pensare che si parla della sua presunta ” lesione” del suo diritto di essere eletto, mentre appunto la legge costutuzionale prevede molto bene come ci siano dei soggetti per cui è prevista l’ineleggibilità.Il tutto, bisognerebbe ricordalo, con un parlamento che lo spalleggia con grandi numeri. Numeri spesso di maggioranza, o numeri tali da rendere inutile qualunque tentativo.
    ” basterebbe andare davanti a un normalissimo tribunale e il Berlusca sarebbe privato di cariche parlamentari e governative, no?
    ” normalissimo tribunale”? IL tribunale ” normalissimo” sarebbe titolato ad occuparsi di queste cose? Non dovrebbe essere , eventualmente, la Corte Costituzionale? E non perchè lo segnalo io, o tu, ma pechè si è creata una qualche diatriba. E , come abbiamo visto, la diatriba non c’è stata, perchè a suo tempo il Cs, nella giunta che se ne occupava, non sollevò obiezioni, preferendo votare col cdd.
    Commento di Mariaj del 3 September 2010 alle ore 08:45
  6. Ok, prendo atto del fatto che se uno (piti) – dopo che un altro (Costa) lo ha invitato a tirar fuori la sentenza che dichiarerebbe il Berlusca ineleggibile – cita una legge che secondo lui esclude il Berlusca dall’eleggibilità e un altro ancora (io) gli fa notare che la legge non lo esclude affatto (btw, e per tua info: la legge non parla né di proprietà né di “mera” proprietà di un’azienda, parla di titolarità di concessioni; la questione della proprietà è emersa successivamente, nei lunghi dibattiti in corso su una NUOVA legge sul conflitto d’interessi, che è questione diversa de iure condendo) in realtà stava solo dicendo che la cosa è controversa. Mi permetto di rilevare che in effetti la cosa è “controversa” più o meno quanto è “controversa” l’esistenza dell’AIDS (cioè, il 99,9% degli esperti la pensano in un modo e lo 0,1% in un altro) e assai meno di quanto sia “controversa” la natura dell’11/9 o l’effettivo arrivo dell’Apollo 11 sulla Luna; ed è per questo, e non per presunte viltà del cs, che non si è mai arrivati a sentenze sul punto (o pensi davvero che se ci fosse stata anche una sola possibilità di levarsi dalle scatole il B. per via giudiziaria, nessuno l’avrebbe seguita sta via?).
    Su cosa volesse dire Amato ti lascio farneticare da solo, mi scuserai.
    Se vuoi sapere, infine, qual è il giudice competente sui ricorsi elettorali, ti informa lo stesso DPR 361/1957: leggitelo.
    Saluti.
    Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 10:17
  7. Luca, in breve, e in più commenti, per non essere pesante, perchè se un soggetto scrive
    ” o pensi davvero che se ci fosse stata anche una sola possibilità di levarsi dalle scatole il B. per via giudiziaria, nessuno l’avrebbe seguita sta via?).”
    la cosa mi suscita ilarità ( e sconcerto )e mi lascia col dubbio se chi ha scritto una cosa del genere sia un soggetto che vive normalmente su Marte o se è un indossatore abituale di fette grosse quache centimetro di salame sugli occhi. Ad ogni modo, non mi spinge proprio a rispondere per bene.
    Ma comunque. Che la sentenza non ci sia, l’ho scritto anch’io. Ciò che c’è stata è una delibera della giunta per le elezioni che ha decretato che Berlusconi è eliggibile. Trattasi di un organo POLITICO, la cui certificazione di costituzionalità può supporsi uguale a quella di altre leggi emesse da organi politici e successivamente BOCCIATE dalla Corte. Devo elencarle? Chiunque poteva esprimere l’opinione che Lodo Alfano, etc, fossero anticostituzionali, o che violavana qualche principo costituzionale. Cosa riconosciuta in seguito dai giudici costituzionali. Per cui, no, una sentenza giuridica vera e propria non c’era, ma si può legittimamente ritenere che Berlusconi violi la legge. Opinione? Forse. Ma è un’opinione condivisa da altri costituzionalisti.
    Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:17
  8. ” btw, e per tua info: la legge non parla né di proprietà né di “mera” proprietà di un’azienda, parla di titolarità di concessioni; la questione della proprietà è emersa successivamente, nei lunghi dibattiti in corso su una NUOVA legge sul conflitto d’interessi,”
    Io non ho sritto che la LEGGE parla di ” mera ” proprietà. IO ho scritto che è stata la giunta, a fare questi distinguo.
    ” il cs ha preferito accodarsi all’ “interpretazione” di quella legge secondo cui Berlusconi era il ” mero” proprietario, mentre chi cadeva nel onflitto d’interessi era Confalonieri.” L’hai scritto anche tu.
    ” interpretazione “. Si capisce questa parola? Ecco come la interpretarono
    ” La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, confermò l’elezione di Silvio Berlusconi (fondatore e azionista di maggioranza di Mediaset, società che controlla RTI, titolare delle concessioni televisive di Canale Cinque, Rete Quattro e Italia Uno) poiché la norma citata andrebbe riferita «alla concessione ad personam e quindi, se non c’è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie”
    Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:25
  9. ” Mi permetto di rilevare che in effetti la cosa è “controversa” più o meno quanto è “controversa” l’esistenza dell’AIDS (cioè, il 99,9% degli esperti la pensano in un modo e lo 0,1% in un altro)”
    Questa è un’affermazione talmente ridicola ed è talmente vergognoso tirare in ballo l’Aids ( a ca**o di cane ) che te la lascio così com’è.
    Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:29
  10. ” non per presunte viltà del cs, che non si è mai arrivati a sentenze sul punto”
    PRESUNTE viltà?
    http://www.youtube.com/watch?v=GJUamGyaANY
    ( secondo 30 circa )
    Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:53
  11. Permettimi, mariajo: me ne frega talmente poco che tu mi “risponda per bene” o meno, che non te lo puoi neanche immaginare. C’è una legge che dice A, e piti e tu volete che dica B: va benone (c’è la famosa norma costituzionale invocata da Costa a proteggervi), ma non cominciate buttandola là come fosse una cosa così evidente che solo i cretini non la vedono, per poi alla prima contestazione svicolare sulla difesa postmoderna “è un’opinione come la tua”. No, non è un’opinione coma la mia: la norma non si applica al Berlusca (perché il furbastro non era né titolare in proprio di concessione né legale rapp.te di Mediaset, ed è un peccato perché la norma in oggetto non si può interpretare per estensione né per analogia), nessuno ha mai seriamente preteso di applicarla al Berlusca, nessuno l’ha mai applicata al Berlusca, end of the story. Mi dispiace che tu e piti non siate d’accordo, ma è così lo stesso. Quanto al resto, manco te risponno.
    Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 16:16
  12. Luca, penso non ci sia bisogno che ti dica quanto a ME, freghi qualcosa dell’opinione di chi risponde in modo piccato e offensivo ad un commento, il mio, che voleva essere ed era garbato e rispettoso e si vede rispondere che ” si farnetica”. Ti sei qualificato da solo, come si dice.
    ” la norma non si applica al Berlusca (perché il furbastro non era né titolare in proprio di concessione né legale rapp.te di Mediaset,”
    In un commento ho citato Pace che spiga per filo e per segno perchè , invece, quella norma si applicherebbe a Berlusconi per via del ” combinato disposto” tra primo e quarto comma.
    Da wikipedia ( la cito solo per esporre i punti controversi, non per assumerla come Bibbia.
    ” Tuttavia, secondo alcuni, l’interpretazione di cui sopra sarebbe in contrasto con lo spirito e la lettera della legge. Se infatti Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ne è il rappresentante legale, a chi si riferisce il sintagma «in proprio»? L’azionista di maggioranza è colui che gode del diritto di proprietà e trae i profitti dalle attività dell’azienda. Inoltre la Giunta, nella sua motivazione, introduce il concetto di titolarità del contratto, che non figura nella legge: l’essere «vincolati con lo Stato» non dipende solo dalla rappresentanza legale, ma anche dai vincoli conseguenti alla proprietà. Si noti che le concessioni televisive sono date all’azienda, non alla persona fisica: dunque il vincolo con lo Stato consiste nella proprietà o nella direzione dell’azienda concessionaria. Infine, che in proprio valga ‘in proprio nome’, con curiosa ellissi del sostantivo, è interpretazione chiaramente confutata dai primi due significati della locuzione: «non essendo alle dipendenze di nessuno» e «di proprietà personale»; la terza accezione, di basso uso, «personalmente, di persona», è limitata all’espressione «rispondere in proprio di qualcosa», in cui è sottintesa l’idea del mettere a rischio le proprie sostanze nell’assumersi una responsabilità ”
    Questa opinione è condivisa da molti. In mancaza di una delibera definitiva da un organo NON politico, la tua sicurezza è solo tua e non prova niente. C’è da prendere atto che c’è la delibera della giunta in questo senso, NON che l’opinione della giunta e men che mai la TUA, di opinione, sia insindacabile o inequivocabile.
    Commento di mariaj del 3 September 2010 alle ore 17:24
  13. Se è per questo di pronunce della Giunta ce ne sono state due, non una ed entrambe hanno rigettato i ricorsi per manifesta infondatezza. Ma naturalmente è solo il frutto di un inciucio, eh, e gli argomenti in contrario sono solo “cavilli”, ovviamente. Lasciamo perdere il combinato disposto e il valore del parere di Pace (quella sì è un’opinione quanto la mia, visto che almeno qualche argomento l’ha addotto, a differenza di altri qua sopra), perché il punto vero è: se il problema è controverso, tu e piti che l’avete menzionato a fare come se fosse oro colato? E poi che palle ste continue lezioni di galateo da e a perfetti sconosciuti : a parte che non ho capito chi ti ha conferito il titolo di arbiter elegantiarum, ma inoltre nella fattispecie – non che me ne freghi nulla, sia chiaro – a me i tuoi primi due commenti sono sembrati belli sarcastici. Arisaluti.
    Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 17:59
  14. Luca, quanto siano state ” genuine” quelle pronunce delle giunte lo si evince bene da quella dichiarazione di Violante nel filmato che ho linkato.Ma di che parliamo? Facciamo i finti tonti? Questi l’hanno scritto, e l’hanno dichiarato IN PARLAMENTO che non hanno avuto il coraggio. Tranne poi in seguito ricredersi e dichiarare che la legge del 57 rendeva, effettivamente, Berlusconi ineleggibile. E qui facciamo finta che quelle votazioni fossero basate su pure questioni di diritto? E a proposito di ” inciuci”, D’Alema asserisce che nella prima votazione il Cs votò A SFAVORE dell’eliggibilità di Berlusconi. Paolo Sylos Labini gli risponde ricordando i FATTI.
    http://www.democrazialegalita.it/sylos/Sylos_lettera%20di%20dAlema%20su%20BICAMERALE_replica=24OTTOBRE2001.htm
    Secondo te, perchè D’Alema vuole , diciamo, ” scombinare” i suoi ricordi? Sarà mica per pararsi quella certa parte del corpo dall’accusa di avere appunto ” inciuciato”?
    In seguito, è subentrato quel clima di cui parlavo prima, per cui ora Berlusconi è diventato ” intoccabile”
    Riguardo alle questioni di ” etichetta”, senti, un conto è il sarcamso e un altro offendere gli altri. Poi, io non voglio fare il dispensantore delle patenti di eleganza, ma rispondevo a TE che mi rispondevi tutto piccato e offensivo. Ti ho scritto : non ti frega niente di ciò che penso io ? Bene, avessi solo idea di quanto me rimbalza ciò che pensi tu.
    Commento di mariaj del 3 September 2010 alle ore 18:39
  15. Ok, Mr o Ms Educazione, prendo atto del fatto che se tu mi scrivi che “la cosa mi suscita ilarità ( e sconcerto )e mi lascia col dubbio se chi ha scritto una cosa del genere sia un soggetto che vive normalmente su Marte o se è un indossatore abituale di fette grosse quache centimetro di salame sugli occhi. Ad ogni modo, non mi spinge proprio a rispondere per bene” fai un commento “garbato e rispettoso” o al massimo dell’innocuo sarcasmo, mentre se io ti rispondo che me ne frega poco se mi rispondi per bene sono “piccato e offensivo” e “mi qualifico da solo”, e su questa vena puerile non ti rispondo più, tanto chi vuole capire ha capito da un pezzo.
    Invece provo a rispondere per l’ultima volta sul merito, che è più interessante anche perché è sintomatico di come “ragiona” certa parte della “sinistra” (le virgolette sono intenzionali) italiana – che è poi l’argomento del post di Costa.
    Allora, le legge citata da piti menziona solo il titolare in proprio di concessione pubblica o il legale rappresentante dell’impresa che detiene la concessione. Berlusconi nel 1994 non rientrava nell’una né nell’altra definizione, visto che era socio della società che controllava la società titolare della concessione, cioè Mediaset. Nota che la legge avrebbe potuto prevedere anche il suo caso: avrebbe potuto, per es., parlare dei soci di controllo della società* titolare della concessione; anche questo non sarebbe bastato a escludere il B., ma perlomeno la legge avrebbe fatto un passo verso il B., sui due che sarebbe necessario fare per escluderlo. Ma naturalmente chi non sia del tutto prevenuto o ignorante di diritto
    sa che una simile scelta del legislatore è stata del tutto volontaria (non è cioè il frutto di una semplice svista, che sarebbe legittimo emendare in via interpretativa), e la ragione di questa scelta è enunciata espressamente nei lavori preparatori: dato che alcune società concessionarie pubbliche hanno centinaia o migliaia di soci, si è voluto evitare di privare tutta questa massa di gente di un diritto fondamentale, anche perché di norma la mera titolarità di azioni non fornisce alcun potere di controllo sulla scoietà stessa (mentre questo potere, per il ben noto fenomeno della c.d. scissione fra proprietà e controllo, ce l’ha di norma l’amministrazione. di qui la menzione del legale rappresentante).
    *Non, beninteso, dei proprietari della società, che non esistono.
    Commento di Luca Simonetti del 4 September 2010 alle ore 13:03
  16. Non c’è dubbio che l’entrata in politica del B. abbia messo in crisi questa norma, come tante altre, ed è per questo che una riforma legislativa sarebbe stata opportuna (come tanti giuristi hanno auspicato); ed è su questo piano che il csx ha indubbiamente delle responsabilità. Ma che la norma vigente non servisse affatto ad escludere il B. è certo: non solo il 99% e oltre dei giuristi che si sono occupati della questione (incluso Amato, se ti leggi il suo intervento) hanno sempre concluso in questo senso, non solo lo vuole l’interpretazione letterale e quella teleologica del testo, non solo l’interpretazione contraria sarebbe inammissibile perché estenderebbe impropriamente una norma di stretta interpretazione, ma anche perché, dulcis in fundo, il soggetto chiamato a applicare la legge (la Giunta) per ben due volte, e con due maggioranze diverse, ha rigettato il ricorso e dichiarato il B. eleggibile.
    Nota ulteriormente che il punto ha in ogni caso poca rilevanza politica (checché ne dica Pace, che al riguardo richiama modifiche alla costituzione materiale che in altre circostanze è il primo a denegare): infatti, anche se fosse stato ineleggibile, B. avrebbe potuto comunque assumere cariche governative, per le quali (inclusa quella di PdC) notoriamente non è prevista la necessità di essere parlamentare.
    Ma a questo punto che succede? Succede che alcuni cominciano a dire che, siccome il punto è controverso (in realtà, ripeto, è “controverso” nel senso che una sparuta minoranza di giuristi, con quella che noi avvocati definiamo “opinione autorevole ma isolata”, dice che la norma va interpetata diversamente: cosa che accade per quasi ogni questione di diritto, dove purtroppo la “verità” non è matematica, ma non impedisce minimamente di andare avanti tranquillamente applicando l’opinione maggioritaria) e siccome la Giunta non è un giudice ma un organo politico, in realtà B. è ineleggibile e se la Giunta ha deciso diversamente è solo frutto di inciuci.
    Ora se il primo passaggio è familiare a chiunque abbia mai avuto a che fare coi complottismi o la c.d. “controinformazione” su internet (dall’utilità dei vaccini contro la febbre stagionale alle Torri gemelle) – vale a dire, si usa il testo più isolato esistente per contrapporlo alla “verità ufficiale” con il conseguente simpatico cortocircuito logico che siccome è isolato allora vuol dire che è onesto – il secondo è più interessante. Si parte qui dal presupposto che, siccome la Giunta è di origine politica (anche se si tratta di un organismo para-giudiziario), le sue decisioni siano di necessità dettate da opportunità politica e non dalla giustizia, cioè dall’applicazione della legge elettorale. Ma questo presupposto è del tutto indimostrato: la Giunta in realtà ha applicato, entrambe le volte, la legge esattamente nel senso indicato dalla dottrina assolutamente maggioritaria (e ce lo dicono i VERBALI). Non mi sembra proprio, francamente, che invocare le amnesie di D’Alema o i discorsi di Violante forniscano alcun appiglio alla tesi dell’inciucio (che btw è alquanto in anticipo sui tempi, già nel 1996 ma ancor più nel 1994); ma cmq prego, accomodati e dimostralo.
    Quando la “sinistra” si sarà liberata di questi grotteschi riflessi condizionati, per cui *per prima cosa* si mette in dubbio la buona fede di chi non è d’accordo con noi senza manco studiare seriamente il problema, avremo fatto un passo avanti, ma di quelli seri, per tornare ad essere una vera sinistra.
    Commento di Luca Simonetti del 4 September 2010 alle ore 13:28

giovedì 9 dicembre 2010

"Con questa società civile non vinceremo mai!"



Di Matteo Renzi questi giorni si parla così tanto che sarei banale a farlo anch'io.
Ma oggi mi sento banale.
Affrontiamo la questione da un altro punto di vista: soffermiamoci sulle reazioni al recente exploit della visita ad Arcore, non soffermiamoci su di lui (MESSAGGIO SUBLIMINALE: è quello che ha posizioni reazionarie su Beppe Englaro e sulle manifestazioni anti-omofobia, quello che è favorevole alle aperture dei negozi il primo maggio e che appoggia il diktat l'accordo marchionnesco di Pomigliano FINE MESSAGGIO SUBLIMINALE).

Passiamo alle reazioni: Cristiana Alicata (spietata con la Bindi, manco fosse la Binetti, e intransigente con chiunque non condivida al 100% la sua posizione sui temi etici) "va oltre" il clericalismo bigotto e le amnesie sui temi etici dell'alleato Renzi, perdonandolo (c'è chi può e chi non può: lui può) e chiedendosi che male c'è se un sindaco incontra il premier. Si attira una pioggia di critiche, anche e soprattutto da parte dei suoi ("a Veltroni, Bersani e Bassolino li abbiamo fustigati per molto meno!"), a parte qualche giapponese che invita al non essere tafazziani, perchè "Renzi è uno di noi! Mica è Bersani!": perciò "basta criticare Renzi per ogni singolo passo falso" (già, perchè con Bersani non han mai fatto lo stesso...).

Pippo Civati, vice-rottamatore, si para le chiappe: lui ad Arcore non ci sarebbe andato, ecco.
E poi l'ha fatto per motivi seri, uffi. E poi pure Bersani ci sarebbe andato anche a piedi, GNE GNE GNE.

Siamo salvi, siamo giustificati: la frase di Bersani viene spammata dal wikileaks personale dei Rottamateurs.
Civati, la Alicata, persino Francesco Costa, blogger che normalmente apprezzo.
Tutti a replicare con l'argomentazione infantile dell'"ha cominciato lui!" citando il frammento di frase incriminato di Pigi. Ed ecco che la Caporetto dei rottamatori si trasforma nell'ennesima occasione per sparare sul Nemico Segretario.

Il Post.it, trasformatosi nel Foglio o in Renzi.it, spamma a manetta le giustificazioni di Renzi, tra blogger compiacenti e millemila rassegne stampa. Ma è comprensibile: i sofriani hanno promosso e pubblicizzato i rottamatori, tra mille link. Basti pensare a cos'era diventato il sito del Post ai tempi della Leopolda. Pareva fosse morto Kennedy o che avessero trovato la cura per il cancro, a giudicare dal battage giornalistico-pubblicitario.

Peccato che tutti abbiano citato solo la frasetta incriminata di Bersani e non la frase intera.
A parte che già leggendola a me sembrava una semplice provocazione-metafora (io Bersani che si fa la processione ad Arcore a piedi manco fosse Santiago De Compostela non ce lo vedo), ma si sa, io non ho l'obiettività e l'intelligenza (politica e non) dei lorsignori da me citati poco fa.
Ma per avere la conferma non serve manco leggersi tutto l'articolo ('sta gente avrà semplicemente cliccato sul tasto "trova", avrà digitato "arcore" e premuto "invio").
BASTEREBBE LEGGERSI IL FOTTUTO INDIRIZZO URL (dell'articolo postato sul sito di Repubblica, mica quello del Corriere, come abilmente fatto da Francesco Costa).
Cosa dice?
"bersani_le_riforme_si_fanno_in_parlamento_e_sulla_crisi_inevitabile_senza_interventi-3227537/"

No, 3227537 non c'entra una ceppa. E neanche la crisi inevitabile senza interventi.
Oh? Ma dai? Bersani che dice chiaro e tondo "le riforme si fanno in parlamento". Ops!
"Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, a Parma per il convegno degli industriali, è intervenuto sulle riforme istituzionali, sostenendo che il luogo adatto a discuterne è il Parlamento, non i giornali o le televisioni."

Tra l'altro, cari miei, non solo Renzi è andato da Berlusconi, (contro il quale noialtri scenderemo in piazza l'11 Dicembre), legittimandolo (un po' come fece Veltroni poco prima della caduta del Governo Prodi II).
C'è andato per chiedere un trattamento speciale per Firenze tramite il decreto mille-proroghe (come minimo è ingenuo: la finanziaria/legge-di-stabilità l'hanno approvata il 7 dicembre, e...sorpresa sorpresa, non c'è nessun milleproroghe), approvato da una maggioranza dimissionaria.
INOLTRE un presunto incontro Bersani-Berlusconi annunciato pubblicamente è ben diverso da un incontro PRIVATO Berlusconi-Renzi tenuto SEGRETO.
Perchè il caro Matteo ben si è guardato dal parlare dell'incontro, salvo quando è stato pizzicato e sputtanato pubblicamente.

Ma come al solito divago: il momento clou (annunciato dal titolo di questo post) arriva ORA:

Francesco Costa (again) fa un'analisi piuttosto interessante, inceppandosi però nel finale.
Anch'io, come lui, trovo divertente vedere alcuni antidalemiani della prima ora riscoprirsi pragmatici sostenitori della realpolitik. Così come alcuni pragmatici "in nome della responsabilità, a costo dell'impopolarità" che si lamentano del gesto pragmatico-ma-irresponsabile-e-inopportuno del Renzi.

Però nel finale fa una riflessione curiosa: "Questo è il Partito Democratico. I suoi dirigenti sono quello che sono. Ma non potrebbero permettersi un sacco di cose, se il suo elettorato avesse qualche maturità e autonomia di pensiero in più."

Ed ecco che Costa cade nello stesso paradosso da lui citato, prendendo una posizione che mai nella vita avrebbe preso, in altre situazioni. Ci arrivo tra poco.
Prima però menziono un altro curioso articolo citato dal Costa, partorito da Fabio Chiusi (IlNichilista).
Costui cita le reazioni scomposte dei fan (o meglio, ex fan) di Renzi alla scoperta dell'"inciucione di Arcore".

Subito IlNichilista si gioca la carta-d'alema. L'argomentazione-d'alema (reductio-ad-alemum) è tipo il jolly, lo tiri in ballo quando sei alle strette, è come lanciare la bombetta fumogena ninja, è come gridare al nemico ("girati! guarda dietro di te! una scimmia con tre teste!"), è come rispondere a una critica argomentata con una cazzata benaltrista.
"Ohi, gli inciuci si fanno in Parlamento, mica dentro la villa di Berlusconi!" oppure "Oh, Renzi non è D'Alema! Non mi pare soffra ancora di dalemite acuta!".
E tutto riacquista un senso. Ci siamo fatti le strizzatine d'occhio, le pacche sulla schiena, i colpetti affettuosi al fianco mediante il gomito: non siamo D'Alema, il bene trionfa ancora una volta.

Renzi viene quindi elogiato: ha rottamato l'ideologismo! Ah, dannato ideologismo, che tanti danni hai fatto a questo pianeta! Sia benvenuta et esaltata la mancanza di qualsivoglia ideologia!

Non solo: Egli non ha sbagliato, Egli è nel giusto, sbaglia chi lo critica. Semmai non ha fatto abbastanza.
Ed ecco che dice Fabio Nichilista Chiusi: certi strati della popolazione hanno perso la capacità critica, con le loro condanne, i loro moralismi, i loro ditini alzati.
Quindi, caro Renzi, devi (cito testualmente) "dire ai tuoi elettori che, in parte, vanno rottamati pure loro".

I più grandi critici di D'Alema diventano dalemiani. E usano l'argomentazione più dalemiana possibile: "La gente non ci ha capito, sono loro che sbagliano. Noi siamo i migliori, sono loro che devono cambiare. Gli elettori sono stupidi, sono IMMATURI e vanno guidati dal demiurgo."
Insomma, "con questi elettori non vinceremo mai", stravolgendo Moretti.
Ora sono gli elettori che vanno rottamati.

La cosa bella è che io potrei anche essere d'accordo con Costa e Chiusi, in questo caso: è il mio lato dalemiano che parla (sì, ho anche un lato dalemiano, io...e voi no, tiè), ma in effetti il modo chiuso di ragionare di certi elettori e una loro sostanziale immaturità (quando non diventano proprio beceri talebani urlatori di slogan) a volte mi fa cascare le palle e mi fa pensare che non sia un caso se vince sempre il Berlusca.

Peccato che questi fantomatici elettori (ora tanto demonizzati dai rottamatori) sono GLI STESSI che si cerca di inseguire con le primarie, con il populismo spicciolo renziano (e non), con le varie iniziative leopoldiane che gridano “LORO sono collusi/vecchi/inciucisti, NOI SIAMO DIVERSI!”.

Renzi s’è semplicemente impiccato col filo della ragnatela che lui stesso ha sapientemente tessuto questi mesi.
Dixi.

venerdì 3 dicembre 2010

Piccola buffona (a.k.a. le regole valgono solo per gli altri)


Si chiama Federica Fabbretti e fa la fisioterapista.
Fan di Luigi De Magistris, da qualche anno milita nel movimento delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino (fratello di Paolo) e fino a poco tempo fa viveva nel totale anonimato.
Finchè non riesce a trovare l'occasione per avere il suo minutino di gloria, complice un ignaro Piero Fassino.
Che accade?
Semplice: sul web inizia a spopolare un video (sponsorizzato immantinente dal Fatto Quotidiano, of course) dove Fassino, circondato da una folla imbufalita di agendine rosse invasate (che lo accusano di "non dire in tv che Berlusconi corrompe magistrati"), sbrocca e se ne va.
Federica può quindi urlare la sua indignazione per "i politici lontani dalla gente e dal paese reale", che "è spocchioso e non guarda le persone negli occhi", che "Di Pietro invece è fico perchè sa parlare coi giovani, sa farsi capire e sa dire le cose in faccia (= urlare mafiosofascistapiduista)". E, soprattutto, che lei la Costituzione Italiana ce l'ha "nel cuore".
Il che sarebbe bello e incoraggiante in qualsiasi altra situazione...se non fosse che ormai blaterare di Costituzione (e Pertini/Berlinguer/questionemorale/eccecc) è diventato una moda, perchè "fa figo", anche se i suoi recenti fan non l'hanno neanche letta (o capita).

Fassino, per carità, si è rivelato totalmente incapace di gestire una situazione del genere. Gli è mancata la capacità di reggere alle provocazioni e di saper reagire e gestire la situazione. Lungi da me l'idea di difenderlo (seppure le accuse mossegli fossero pretestuose e quello fosse un palese trappolone).

Come dice un mio amico, quel video "Ci mostra la vera, attuale spaccatura tra sinistra e mondo reale, che non si concretizza soltanto in leader più o meno capaci, ma in cittadini indignati che non riescono a concretizzare la loro rabbia e passione in una spinta politica seria e non contraddittoria.
Fassino sbaglia nel rispondere, ma quei ragazzi sbagliano a domandare. Si comportano come una folla inferocita, come gente che ha già capito tutto, senza usare la possibilità che hanno di parlargli per un vero dialogo costruttivo sui problemi e le strategie da contrapporre
."

Ma torniamo a noi: la Fabbretti ormai è famosa, specie per aver sparato contro il malvagio PD e i suoi nefandi dirigenti. Salvatore Borsellino elogia "Federica la piccola/grande" con una storia strappalacrime.
Pertanto, da fisioterapista attivista, viene subito promossa sul campo a "giornalista" del Fatto Quotidiano, nella sua versione online.
In realtà scrive a quattro mani con Martina Di Gianfelice, sua amichetta delle agendine rosse: che vi devo dire, evidentemente da sola non ce la faceva a scrivere.

"Ok, l'abbiamo capito, ti sta sulle palle a pelle". E invece no. Semplicemente, non ho mai tollerato la disonestà intellettuale e i doppiopesismi. Ma andiamo con ordine.

Carlo Vulpio, giornalista, critica De Magistris, idolo della Fabbretti, reo di aver votato a favore del ritorno del nucleare in Europa (semplificando molto). "Federica la piccola" tuona contro Vulpio: "che schifo!", "tu pugnali De Magistris alle spalle!", "De Magistris è una speranza per l'Italia, è dalla nostra parte! Farà anche degli errori, ma in buona fede!". Se si critica una persona onesta come De Magistris, aggiunge, allora tanto vale lasciare l'Italia alle varie Iva Zanicchi.
Cioè, in pratica usa la stessa giustificazione traballante di chi si lamenta delle critiche al PD ("così si aiuta Berlusconi"). Solo che se lo fa lei va bene.

E ora passiamo al fatto che mi ha convinto a scrivere questo post: vi ricordate della storia di Luigi De Magistris rinviato a giudizio? Vi ricordate del famigerato codice etico dell'IdV, che imporrebbe a De Magistris di autosospendersi dal partito (e/o di dimettersi da europarlamentare)?
Ne ho già parlato in passato, in questo blog. Ho menzionato le motivazioni balorde e insensate portate da Di Pietro e De Magistris per far sì che LdM, in via eccezionale, non si dimettesse. Ho citato le sacrosante critiche a questo ragionamento incoerente, portate avanti con coerenza da Travaglio e dalla Forleo. Così come la difesa complottistica di Sonia Alfano.
Ora tocca a Federica Fabbretti: cosa si inventerà per difendere il suo beniamino?

E' presto detto:

1) la Piccola (scusate se cito solo lei trascurado la Gianfelice: aggiungete mentalmente anche il suo nome, tiè) si fida di lui perchè ha "gli amici giusti" (Travaglio e la Forleo) e "i nemici giusti" (Berlusconi e co.). Peccato che Travaglio e la Forleo sono proprio coloro che han chiesto a DeMagistris di essere onesto e di dimettersi.

2) Segue la struggente storia del primo incontro tra Federica e Martina, il tenero particolare di DeMagistris appisolato su un sedile del pulmino, l'occhio della madre, gli stivali dei soldati, la carrozzella del bambino ecc ecc. Mi hanno convinto: è troppo puccioso. Difendiamolo.

3) E' stato rinviato a giudizio per "abuso di atti d'ufficio", e in pratica le due tizie dicono che è un reato del menga e quindi 'sticazzi. Suggerisco di aggiungere questo criterio al Codice Etico dell'IdV.

4) Eh sì, in uno Stato ideale si sarebbe dovuto dimettere, ma l'Italia non è uno Stato ideale. Questa giustificazione è puro genio. In pratica, siccome personaggi ben peggiori son rimasti impuniti, allora manco lui dovrebbe essere punito. Uno degli argomenti più berlusconiani mai visti. Finalmente Bassolino, Loiero e De Luca possono rivendersi quest'argomentazione forte contro il grillino di turno.

5)Qui c'è la poesia pura: il rinvio a giudizio è stato disposto da un pubblico ministero e accolto da un giudice. Sia Berlusconi che De Magistris se ne sbattono. Qual è la differenza tra i due, allora, si chiedono le piccole?
Semplice: FINORA De Magistris risulta incensurato, è stato FINORA sempre assolto e non ha neanche dovuto pagare dei giudici per arrivare a questo risultato.
Le geniette non capiscono che semmai di queste cose si tiene conto per le ATTENUANTI, non per formulare il giudizio. 'Sticazzi se una persona ha il passato immacolato.

6)"Non è corretto aggirare il codice etico quando fa comodo, ma il codice etico va adattato alle situazioni e ai casi". Spiegatemela, mi sembra tanto una supercazzola (ciao, Mario...).

7)"Chi decide la linea di demarcazione nei vari casi tra legge burocratica e giustizia?" Le due non lo sanno: sanno solo che far autosospendere o dimettere DeMagistris "non sarebbe giustizia". Oh, ci fidiamo, eh?

8)Qui si raggiunge l'inarrivabile: De Magistris viene paragonato a Orwell e Gramsci. Cito testualmente:

<<Antonio Gramsci finì sotto processo durante il regime mussoliniano. Nessuno, dei sostenitori di Gramsci, si sarebbe mai sognato di chiedergli le dimissioni.

George Orwell diceva: “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”. A volte, se sei in Italia, diventa anche un atto potenzialmente portatore di rinvii a giudizio, se non di vere e proprie condanne. Che ne dite, facciamo autosospendere anche George Orwell
?>>

Buffo che abbiano menzionato proprio loro due:
-che Gramsci preferì finire in carcere piuttosto che espatriare (come gli veniva fortemente consigliato).
-Orwell era anche e soprattutto quello che nella Fattoria degli Animali diceva: "tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri". Brave, avete fatto autogol. EPIC FAIL.


Sono uguali a coloro che dichiarano di disprezzare. Anzi, sono peggio, perchè sono pure ipocriti e incoerenti.
Cavilli, distinguo, arrampicate sugli specchi, tirare in ballo presunti complotti come scusa per non seguire la legge, doppiopesismo a favore di chi pare a loro, regole che si applicano per i nemici e si interpretano per gli amici...
Per una che sosteneva di avere la Costituzione nel cuore (ma che non vuol rispettare neanche il codice etico di un partito), s'è rivelata una delusione bell'e buona.
Chissà quanto è "vicina alla gente e al paese reale" lei, ora.

POST SCRIPTUM: I COMMENTI
A)Vincenzo De Luca era rinviato a giudizio per fatti del tutto discutibili, ma per Il Falso Quotidiano era già un delinquente, un corrotto, un pericoloso criminale, un Totò Riina.
De Magistris viene rinviato a giudizio dalla stessa procura di Salerno, ma è onesto e puro, quindi è innocente, quindi non deve dimettersi e anzi deve violare il codice etico del suo partito, che lui stesso ha sottoscritto.


Esempio calzante. Il codice etico dell'IdV probabilmente è sbagliato, e forse non è detto che un politico debba SEMPRE dimettersi se rinviato a giudizio. Ma mica gliel'ho imposto io, 'sto codice etico.

B)c’era bisogno di cotanto panegirico per difendere De Magistris? le persone basta guardarle negli occhi e quelli di Antonio Borghesi hanno un non so che di viscido ,tipo serpente

C)Può bastare guardare negli occhi una persona per capire se è una persona per bene.

AHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH!!! Genio!
Secondo 'sti due tizi, De Magistris ha ragione e Borghesi, collega dell'IdV che lo critica, ha torto. Perchè? PERCHE' HA LETTO LA VERITA' NEI LORO OCCHI.
Lombroso was right.
E ora fissiamo tutti attentamente gli occhi di Travaglio (che a differenza di Borghesi non può essere accusato di essere un ex leghista) e della Forleo, su!

E su questa nota, chiudo. Ognuno si faccia la sua idea. Anzi no, fatevi la mia idea, ve lo ordino.
Buonsempre.

lunedì 29 novembre 2010

Ricapitoliamm'



1)Wikileaks ci "rivela" che Berlusconi è il lecchino di Putin e Gheddafi e che gli piacciono i festini. Attendo con ansia la scoperta dell'acqua calda.

2)Paolo Flores D'Arcais è sorprendentemente d'accordo con D'Alema, auspicando un'Invencible Armada di FLI/UDC/PD/SEL/ecc contro Berlusconi, alle prossime elezioni. E spiegando perchè la cosa potrebbe avere senso.

3)LaTorre (sì, LaTorre, il dalemiano più dalemiano di D'Alema, quello che dava i pizzini a Bocchino per aiutarlo a difendere il PdL contro l'IdV...sì, viviamo in tempi strani e interessanti) auspica la fusione di SeL nel PD, con Vendola "socio fondatore" del nuovo PD (magari!).

Ecco, il mondo gira alla rovescia, oggi.